Vino: 3 podcast che potresti non conoscere
Da qualche anno i podcast hanno conosciuto un vero e proprio boom di fruizione in tutto il mondo, registrando un trend di crescita praticamente inarrestabile: il grafico che riporto sotto, elaborato con Google Trends, riporta una fotografia dell’andamento delle ricerche per la parola “podcast” su Google – solo in Italia – negli ultimi 5 anni.
Questo trend non dev’essere sfuggito agli addetti del settore vinicolo più attenti e reattivi rispetto alle evoluzioni della comunicazione digitale; di fatto abbiamo assistito alla nascita di un gran numero di podcast sul vino: molti sicuramente tralasciabili, altri invece degni di nota.
Questo particolare mezzo di intrattenimento si presta molto bene alla narrazione del vino e delle dinamiche di settore: rappresentanti di cantine, giornalisti, appassionati, sommelier si sono cimentati nella produzione e registrazione di podcast più o meno longevi e di successo.
Se ti interessano i podcast e, più specificatamente quelli a tema vino, probabilmente avrai già adocchiato e divorato le produzioni più famose e conosciute; potrebbero però essertene sfuggite altre cui potresti dare una chance durante gli ultimi giorni di questo rovente agosto.
Se passerai queste ultime settimane al mare, in montagna, o in città, poco importa. Come ben sai, un podcast può essere ascoltato praticamente in qualunque situazione – forse anche questo ha contribuito all’incredibile successo di questo formato.
Per come la vedo io, un podcast degno di essere ascoltato dovrebbe – alternativamente o contemporaneamente:
1. Informare
2. Intrattenere
3. Ispirare
Ti lascio quindi con una tripletta di produzioni che mi hanno colpito, per la qualità dell’informazione, per la varietà degli argomenti trattati, per la bravura degli speaker o per una combo delle tre variabili sopracitate.
Vino al vino 50 anni dopo
Okay, se sei appassionato di vino (e di podcast) sicuramente ne avrai sentito parlare. Sulle orme di Mario Soldati, Antonio Boco e Paolo de Cristofaro ripercorrono i passi di questo celebre e – sotto molti aspetti – pioniere giornalista, alla scoperta del vino italiano.
Nel podcast “Vino al Vino 50 anni dopo” il format è semplice: si parte sempre da un estratto dell’opera monumentale di Mario Soldati, vengono introdotti gli ospiti dell’episodio e poi si aprono le danze.
Antonio e Paolo (li chiamo per nome manco fossero amici miei, ma devi sapere che li seguo pure su Instagram e nutro per loro una stima del tutto inossidabile) dialogano senza fatica contestualizzando l’estratto del libro, confrontando le situazioni descritte da Soldati con il panorama contemporaneo, integrando riflessioni stimolanti su vini, vitigni, zone, produttori e spaziando anche oltre, superando spesso i confini del mondovino.
Come non citare il mio episodio del cuore, (sì lo so, sono monotona) a tema Emilia Romagna? Si parte dalla sacralità del vino, per poi parlare di tortellini, Edmondo Berselli, Fellini, maschilismo ed erotismo, Champagne, Bottura, Raffaella Carrà.
Questo è un podcast che sa esplorare e spaziare, inteso come creare spazio nella mente, uno spazio fertile e fecondo per riflettere, spingersi oltre e conoscere.
Italian Wine Podcast
Italian Wine Podcast è un progetto nato nel 2017 grazie a OperaWine e Vinitaly, con l’intento di informare il pubblico sul vino attraverso approfondimenti, interviste e confronti con produttori, esperti e le più disparate personalità del mondo del vino italiano e internazionale.
Per questo – e magari anche per raggiungere una platea più ampia possibile – il podcast è quasi interamente in inglese: ci sono occasionali contenuti in italiano, ma sono veramente sporadici.
Il tratto peculiare di questo podcast, che su Spotify conta più di 500 episodi, è l’incredibile varietà degli ospiti che si susseguono episodio dopo episodio: passiamo da interviste a vignaioli, a PR specialists (consigliatissimo l’episodio con Irene Graziotto), a sommelier, giornalisti e scrittori.
Gli argomenti, di conseguenza, sono innumerevoli: da focus su vigneti e aree vinicole, alle professioni del settore vinicolo, a dinamiche di mercato – dai più classici e navigati come gli USA ai più nuovi, come ad esempio la Corea – a sessioni di Q&A, al Giro d’Italia, insomma, c’è qualcosa per tutti i gusti.
Imperdibili – o un ottimo punto di partenza – sono gli episodi denominati “Everybody needs a bit of Scienza” che vedono protagonisti Stevie Kim e nientepopodimeno che il professor Attilio Scienza. Provare per credere!
Italian Wine Drunk Posting
Nata come pagina social con l’obiettivo di commentare in maniera piuttosto implacabile, a suon di meme e satira, le assurdità (chiamiamole così) del vino italiano, Italian Wine Drunk Posting ci ha da poco fatto il grande regalo di evolvere e divenire anche un podcast.
Il pregio enorme di questo progetto sta nell’indipendenza e onestà intellettuale di chi lo produce: non dovendo rendere conto a nessuno, fregandosene letteralmente delle querele, ci dona una panoramica del mondo vinicolo – principalmente italiano – trasparente, in grado, a volte di lasciare l’amaro in bocca ma con il grande pregio di smaliziare chi non vede – per mancanza di mezzi o ingenuità – determinate dinamiche.
È un podcast sul vino a 360°, dove si parla di tutto: lavoro, attualità e quotidianità in chiave enoica. Anche in questo caso gli host invitano personaggi con le esperienze più disparate per coinvolgerli in conversazioni che spaziano, toccando argomenti vari e trasversali: è difficile assistere ad episodi monotematici; nella maggior parte dei casi si salta da un punto all’altro, non partendo necessariamente dal vino in bottiglia, ma tornando sempre lì.
Quest’ultimo punto potrebbe sembrare scontato, ma, visto l’andazzo preso ultimamente dalla comunicazione a tema vino, non lo è assolutamente.
Risposte