Tre impensabili curiosità sullo Sherry: il vino liquoroso più famoso al mondo – Decantico

Tre impensabili curiosità sullo Sherry: il vino liquoroso più famoso al mondo

Senza spoilerare nulla, iniziamo a chiamarlo con il suo nome: Vino di Jerez

Sì, perché anche se gli inglesi – numeri uno nel consumo di questo vino liquoroso – trovano decisamente più affascinante e commerciale il nome “Sherry”, la sua denominazione corretta già racchiude parte del senso di questo prezioso vino. 

La prima Denominación de Origen della Spagna, l’equivalente della nostra DOC, è nata proprio qui, in un triangolo magico con vertici tra i più celebri del panorama enologico: Jerez de La Frontera, Sanlucar de Barrameda ed El Puerto de Santa Maria. Queste sono tre capitali, indiscusse, del vino liquoroso.

Una delle chiavi del successo di questo prodotto, infatti, è proprio il terreno che si trova in questa zona dell’Andalusia: l’Albariza, un terreno quasi bianco, gessoso. Ma perché questo suolo è così importante? Se ve lo state chiedendo è perché non siete mai stati a Jerez a Ferragosto. L’Albariza permette di accumulare molta pioggia nella stagione primaverile, mantenendo successivamente un certo grado d’umidità durante la torrida – ma davvero torrida – estate.

Una prima curiosità? Senza questo tipo di terreno, l’inaspettata acidità dello Sherry non potrebbe esistere, andando quindi a compromettere la facilità della beva di questo prodotto. A quelle latitudini, senza un adeguato tipo di terreno, i grappoli non sarebbero adatti per la fortificazione, motivo per cui il terroir di quelle zone è unico al mondo!

Palomino, ma anche Moscatel e Pedro Ximenez, sono le uve regina di questa terra, sin dai tempi dei Fenici, i primi a riconoscere in questo fazzoletto di terra, una porzione di mondo particolarmente vocata alla coltivazione. Da queste uve si dispiegano tante filosofie di produzione e stili diversi, per creare altrettanti tipi di Sherry: Manzanilla, Fino, Amontillado, Oloroso, Cream, Palo Cortado, Pedro Ximénez

Le vecchie botti di rovere sono assolutamente adatte per questo vino, che in tutte le sue versioni trae dal passaggio in legno aromi e caratteristiche uniche al mondo. 

Parlando di legno, sveliamo un secondo segreto: se avete in programma una visita in una Bodega di Sherry, sentirete spesso parlare di raja. Si tratta di piccoli segni che i capi cantinieri sono soliti lasciare sulle botti per indicare la qualità del vino in esse contenuto.

Un esempio?

1 segno indica una botte pronta per produrre un vino Fino, Manzanilla o Amontillado,

1 segno e un punto vini come l’Oloroso (ma anche il Palo Cortado, che guarda caso, richiama proprio nel nome il “taglio” e il “punto”),

2 segni un mosto da riclassificare

3 segni, da distillare. 

Lo Sherry è un vino caldo, come calda è quella zona dell’Andalusia. È un vino autentico, tipico, complesso e presente in molti stili, anche se la sua produzione (e vendita) ha avuto e visto tempi migliori. 

Quali abbinamenti per lo Sherry?

Sfatiamo un mito. Gli Sherry possono esser vini molto delicati e di colore chiaro (es. Fino e Manzanilla), quanto robusti e decisamente scuri (es. Oloroso e PX).

L’abbinamento potrebbe anche esser a tutto pasto!

Dall’aperitivo in riva al mare con un bicchiere di Fino ghiacciato, passando per tapas a base di pesce da gustare con un Manzanilla, giungendo a preparazioni più strutturate di carne, perfette con certi Amontillado e Oloroso.

I formaggi? Sono il modo migliore per apprezzare gli Sherry più dolci.

Sul fine pasto non discutiamo: qui il PX (Pedro Ximenez) vince su tutto. Una scaglia di cioccolato e nulla più, vi farà apprezzare questo vino così complesso e intrigante. Un vino straordinario, per il quale ogni parola è superflua. 

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