“Shaken, not stirred” – Decantico

“Shaken, not stirred”

“Shaken, not stirred”. Ammettiamolo: James Bond non avrebbe lo stesso fascino con una birra media in mano. E se, ahinoi, non basta sorseggiare un Vodka Martini per somigliare a Sean Connery, ci si può sempre consolare ordinando un altro giro. Che sia l’impeccabile Lloyd dell’Overlook Hotel o lo scenografico Tom Cruise di “Cocktail”, il barman offre una estrosa alternativa alle tradizionali bevande. Combinando ingredienti diversi e modificando le proporzioni, il mixologist crea a un’infinita varietà di dissetanti declinazioni: shottini, long drinks, after dinner, frozen. Che siano versati nelle coppe o nei tumbler, con ice ball o con ghiaccio smerigliato, sempre colorati e sexy, soddisfano ogni tipologia di consumatore e ogni mood! La natura del cocktail è coreografica e chi lo prepara ha le competenze dell’alchimista e le abilità del prestigiatore. La preparazione è già spettacolo, così come la sua presentazione ad effetto wow: ghiaccio secco, affumicature e reazioni chimiche sorprendono e divertono.

Nel secondo dopoguerra anche in Italia si diffonde la moda dell’aperitivo, sono gli anni del Camparino e della “Milano da bere”, lo slogan televisivo metafora del benessere economico degli anni ’80.
Il mondo del food non rimane indifferente alla mixology. Nel 2003 Ferran Adrià, pluristellato chef del elBulli di Barcellona, introduce la cucina molecolare nella mixology e inventa il cocktail solido. Oggi gli chef si divertono ad elaborare menu degustazione che propongono ogni piatto in abbinamento con un differente drink, appositamente studiato per esaltare il food-pairing, dalle ostriche alla pizza.

Il trend è così diffuso che qualcuno ha pensato di creare dei kit di miscelati pronti all’uso, racchiusi in packaging strategici. Una sorta di set di primo soccorso alcolico. Una rivalsa verso la banalità del distributore automatico dell’ufficio. Scegli il tuo setting esclusivo, che sia in spiaggia o sulla cima di una montagna, aggiungi un bicchiere con del ghiaccio e il cocktail è servito!

La mixology ha naturalmente accolto anche la new wave analcolica. Così, dopo il famigerato apericena, si è diffuso un altro neologismo: mocktail. Tradotto significa “cocktail finto”, ma di certo non nell’aspetto o nel gusto. Fonti non verificate citano tra i consumatori abituali perfino i Guns N’ Roses: poco rock, ma molto healthy!

Ogni anno viene stilata la classifica dei World’s 50 Best Bar. Quest’anno l’ambito primo posto è stato assegnato a Sips, locale di Barcellona gestito dall’italiano Simone Caporale e dal socio spagnolo Marco Álvarez. Ma nella top 50 compaiono cinque locali italiani.

-Durante una gita a Roma, dopo il Colosseo e San Pietro, tappe obbligate sono lo psichedelico Drink Kong, nel Rione Monti e lo street bar Freni e Frizioni a Trastevere. Assolutamente da non perdere!

-Atmosfera esclusiva al 1930, un piccolo bar milanese a cui si accede esclusivamente su invito. Decisamente per pochi.


-Ci si sposta a Napoli per un altro bar segreto, questa volta nascosto dietro la vetrina di un antiquario, da cui prende il nome.

– A chiudere la classifica italiana il Locale di Firenze, dove la monumentale bottigliera si integra perfettamente nell’atmosfera rinascimentale del palazzo che lo ospita.

Il 24 febbraio 1951 nel Saloon del Grand Hotel di Torquay, in Inghilterra, è stata fondata l’IBA (International Bartenders Association). Ecco perché questa è divenuta la Giornata internazionale dei bartender. Sul sito dell’IBA sono riportate le ricette ufficiali dei cocktail riconosciuti dall’associazione, con le dosi e le tecniche di esecuzione, dai classici ai più moderni.

In esclusiva per Decantico il talentuoso barman Alessandro Mangiaracina ci ha fornito la ricetta del New York Sour, evergreen della mixology. Fu ideato da un barista di Chicago, che sosteneva di aver inventato il Manhattan. Il nome del cocktail ha subito alcune trasformazioni. Prima era conosciuto come il Continental Sour e il Whisky Sour del Sud.

New York Sour

Bicchiere:
Tumbler basso
Tecnica:
Shake and Strain con float di vino rosso

Ingredienti:
6 cl Rye o Bourbon whiskey 2,25 cl zucchero liquido
3 cl succo di limone
1,5 cl vino rosso
1,5 cl di albume

Preparazione:
Unite tutti gli ingredienti -tranne il vino- in uno shaker riempito per tre quarti di ghiaccio. Shakerate finché non è gelato. Filtrate in un bicchiere old fashioned colmo di ghiaccio. Versate con cautela il vino sul dorso del bar spoon in modo che galleggi sulla superficie del drink.

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