
Quando il vino si fa… piccante

Vorresti organizzare una serata che possa avere interessanti risvolti hot magari proprio per San Valentino? Sai che c’è un vino piemontese noto per le sue leggendarie proprietà afrodisiache?
Fin dall’antichità il vino è sempre stato associato all’eros e numerose figure di spicco dell’epoca ne hanno parlato a lungo, decantandone le virtù: Ippocrate, ad esempio, sosteneva che il vino fosse sinonimo di civiltà e buona salute, anche sessuale e dichiarò che il nettare di Bacco era la bevanda simbolo di una società civilizzata, a differenza dell’acqua; Ovidio, nella sua opera “Ars Amatoria”, attribuì al vino la capacità di predisporre l’uomo all’amore e di renderlo pronto alla passione.
Che sia bianco, orange, rosato o rosso, spumante o fermo, secco o dolce, verticale e rinfrescante o vellutato ed avvolgente, il vino è puro desiderio ed il suo linguaggio ne riflette la sensualità, tanto che la sua consistenza viene chiamata non a caso “corpo”.
Si narra che il destino di alcuni vitigni sia strettamente intrecciato all’eros per le presunte proprietà afrodisiache, che si ritiene abbiano i vini prodotti con tali uve: fra questi ce n’è uno in particolare la cui storia è decisamente accattivante e il cui singolare nome evoca svariate fantasie sui suoi leggendari effetti, il Pelaverga.

La tradizione popolare fa risalire l’arrivo del Pelaverga a Verduno agli inizi del 1700, quando il sacerdote Beato Sebastiano Valfrè portò con sé alcune barbatelle originarie del Saluzzese, dove questo vino veniva dato in dono alle giovani coppie di sposi il giorno del loro matrimonio. In realtà, oggi si sa che il Pelaverga piccolo di Verduno e quello del Saluzzese sono due varietà differenti e molto probabilmente le “uve negre aggrappate a piccole e deliziose mele”, descritte negli statuti del comune di Verduno risalenti al 1400, erano viti di Pelaverga piccolo maritate ad alberi di melo. Qualunque sia la sua vera origine, ciò che è certo è il fatto che questo vino piacesse particolarmente a re Carlo Alberto di Savoia, che ne promosse la vinificazione in purezza: infatti, si racconta che il Pelaverga fosse una presenza costante durante i festosi ricevimenti tenuti nel castello di Verduno, perché era molto gradito anche dalle signore ed aiutava a “sciogliere” gli animi. Pare che lo stesso re, sotto gli effetti di questo vino, al termine di una serata particolarmente gioiosa, trascorsa in compagnia di amici, chiese ai suoi ospiti di incidere i propri nomi su un grande specchio, ancora oggi visibile nel castello di Verduno.

Il Pelaverga in gioventù regala piacevolissime fragranze di fragoline di bosco, ciliegie e spezie, fra le quali spicca il caratteristico sentore di pepe (grazie alla presenza del rotundone, la molecola chimica responsabile di tale aroma), mentre dopo qualche anno di affinamento in bottiglia, le eleganti note speziate prevalgono su quelle fruttate e si sviluppano anche interessanti sentori balsamici.
È un vino dalla beva molto facile, proprio grazie alla sua esuberanza olfattiva e alla freschezza, alla sapidità, alla piccante avvolgenza che lo contraddistinguono in bocca, anche se l’alcol è generalmente ben presente: infatti, pare sia proprio questo il segreto delle sue proprietà afrodisiache, unito alla presenza di polifenoli, in particolare il resveratrolo, che ha potenti attività antiossidanti, vasodilatatrici ed è in grado di fluidificare il sangue.
Attenzione a non esagerare, però, altrimenti potreste ritrovarvi a passare una notte di passione sì, ma da soli abbracciati al cuscino!
Se vi state chiedendo quali piatti abbinare al Pelaverga, vi propongo alcune alternative facili e veloci: tagliatelle al ragù o ai funghi porcini, zuppe a base di legumi, sformati di verdure con fonduta di formaggio (e magari qualche scaglia di tartufo sopra), oppure una buona selezione di formaggi non troppo stagionati né erborinati.
La DOC Verduno Pelaverga, approvata nel 1995, è una delle più piccole d’Italia: ha un’estensione di circa 30 ha, distribuiti fra il comune di Verduno e parte di quelli di Roddi e La Morra; attualmente la produzione totale supera di poco le 200.000 bottiglie all’anno.
I vigneti sono posti ad un’altitudine compresa fra i 250 e i 400 metri sul livello del mare e i suoli sono prevalentemente marnosi (marne di Sant’Agata); inoltre, l’esposizione delle vigne è generalmente compresa fra sud ed ovest: tutto ciò contribuisce a determinare il carattere dei vini Pelaverga di Verduno, che si esprime attraverso un equilibrio perfetto fra freschezza, spezie ed eleganza.

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