Pinot Nero? Un viaggio tutto italiano nel vigneto simbolo dei “cugini” francesi  – Decantico

Pinot Nero? Un viaggio tutto italiano nel vigneto simbolo dei “cugini” francesi 

Il Pinot Nero, nobile varietà d’uva, affonda le sue radici nei pittoreschi vigneti della Borgogna, cuore della Francia, dove raggiunge l’apice della sua espressione varietale. Vini iconici come il Romanée-Conti e il Chambertin sono diventati emblemi della perfezione enologica, conquistando il palato degli intenditori in tutto il mondo. Pertanto, oggi vogliamo chiederci: cosa accade quando questo nobile vitigno varca le Alpi per trovare radici nel terroir italiano?

La storia affascinante del Pinot Nero in Italia inizia con il suo viaggio transalpino. Importato in epoche antiche, il vitigno ha trovato nella penisola – e specialmente nei freschi territori del nord Italia – un ambiente ideale per esprimere le sue caratteristiche uniche. Il nostro interesse è volto alla vinificazione in rosso del Pinot Nero, escludendo temporaneamente il suo utilizzo nella produzione di spumanti, dove l’Italia ha già dimostrato notevoli competenze con vini come il Trento DOC, Franciacorta, Oltrepò e Alta Langa, solo per citarne alcuni.

La posta in palio è decisamente invitante: possono i nostri Pinot Nero competere con quelli dei cugini francesi? Un confronto stimolante che sfida due universi vinicoli rinomati.

Per comprendere appieno questa sana competizione, dobbiamo esplorare la storia del Pinot Nero nella penisola. Importato per la prima volta in Italia nel corso dei secoli, questo vitigno ha affascinato vignaioli ed enologi, diventando parte integrante della tradizione vinicola italiana. Vitigno difficile, estremamente delicato e dalla maturazione precoce, in Italia origina vini leggermente più ricchi in colore (rispetto alla “trasparenza” d’oltralpe), ma pur sempre poco carichi di tannino e spiccata freschezza. Il frutto rimane dominante lasciando spazio – con il trascorrere del tempo – a tipiche sfumature terziarie.

Nel difficile compito di analizzare tre eccellenze Italiane a base Pinot Nero, noi di Decantico abbiamo puntato su questi altrettanti produttori: 

  1. Pinot Nero “Ponkler” di Franz Haas:

Nato dalla maestria della cantina Franz Haas, il Ponkler è un capolavoro che simboleggia l’eccellenza del Pinot Nero in Italia. Situata nel cuore dell’Alto Adige, la cantina Franz Haas ha una storia intrisa di tradizione e innovazione, elementi chiave che si riflettono in questo vino pregiato e ricercato. Provare per credere l’annata 2016

  1. Pinot Nero di Podere della Civettaja

In Toscana, la cantina Podere della Civettaja ci regala un Pinot Nero avvincente come solo la maestria di Vincenzo Tommasi poteva offrire. La sua storia, radicata nel paesaggio toscano, contribuisce all’unicità di un vino che cattura l’essenza del territorio (se lo riesce a trovare… e degustare!)

  1. Noir di Tenuta Mazzolino:

Situata nella suggestiva Lombardia, la Tenuta Mazzolino ci offre il Noir, un Pinot Nero che fonde maestria enologica e rispetto per la tradizione. Una bottiglia che racconta la storia di una cantina impegnata a portare avanti la grandezza del Pinot Nero italiano. Semplicemente una parola: elegantissimo!

Questa selezione rappresenta solo un assaggio, poiché l’Italia vanta numerose cantine prestigiose (come Cuna, Girlan, Terlano, Ottin … e l’elenco potrebbe continuare per qualche riga!) che producono Pinot Nero di alta qualità.

L’Italia potrà forse non raggiungere le vette dell’enologia mondiale come i suoi cugini francesi, occorre essere onesti, ma i Pinot Nero italiani si distinguono per la loro tipicità e il carattere unico. Un viaggio sensoriale attraverso i terroir italiani rivela che, anche se diversi, i Pinot Nero italiani hanno una voce distintiva che merita di essere ascoltata nel panorama mondiale del vino.

Questo confronto tra le due tradizioni vinicole offre uno sguardo approfondito su come l’Italia stia affrontando la sfida di competere con i maestri francesi, dimostrando che, anche se diversi, i Pinot Nero italiani hanno un fascino intrinseco che ne fa delle vere gemme enologiche.

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