Pinot Nero e Casentino: Un connubio che viene da lontano – Decantico

Pinot Nero e Casentino: Un connubio che viene da lontano

Il Pinot Nero ha una lunga tradizione in Casentino, ma verso la fine del milleottocento la sua coltivazione era quasi cessata a causa della sua esigua produzione per pianta. Un paio di decenni fa, alcune aziende hanno iniziato a  ripiantarlo ottenendo ottimi risultati.

Pinot Nero 

Il pinot nero è un vitigno autoctono bordolese, il cui nome deriverebbe dal termine pigna per indicare la piccola dimensione del grappolo e la caratteristica  di avere acini fitti come le parti di una pigna. 

Molto difficile sia da coltivare che da vinificare. In fase di coltura, il vitigno viene identificato come difficile poiché matura presto e ha bisogno di notevoli attenzioni per dare il meglio di sé. In fase di vinificazione, è estremamente delicato e varia di anno in anno quindi la vinificazione risulta molto complessa.

Il vino che se ne trae ha un colore rosso rubino non troppo carico, brillante all’inizio meno con il passare degli anni.  I profumi varietali sono di piccoli frutti rossi e con l’affinamento in barrique anche forti note speziate di pepe e chiodo di garofano, difatti si abbina spesso a primi piatti al ragù, spezzatini di carne in cui si fa notevole uso di spezie, formaggi stagionati o a piatti di cucina etnica. 

Vinificandolo in bianco si ottiene un vino eccellente per la produzione dello spumante per via di corpo, complessità e longevità. 

In Italia le aree produttive di elezione sono:  Oltrepo Pavese dove nel 1865 Carlo Gancia e il Conte Giorgi di Vistarino  diedero vita al primo spumante metodo classico italiano, Alto Adige dove la varietà era nota già nel 1838 e last but not least il Casentino.

Casentino

Il casentino è una valle chiusa come si evince dal nome latino Clasentinum con verdi e boscosce montagne ai lati che fa dà confine tra la Provincia di Arezzo e quella di Firenze, prima terra che incontra il neonato Arno, valle di medievali ricordi con i suoi borghi, i suoi castelli, le sue abbazie e i suoi monasteri. 

Il Casentino è il luogo della battaglia che pose fine allo scontro tra Guelfi e Ghibelli, come ricorda lo stesso Dante Alighieri nel V canto del Purgatorio; Nella piana di campaldino vicino a Poppi, la sconfitta aretina dell’11 giugno 1289 decretò l’inizio dell’egemonia fiorentina sulla Toscana.

Terra di eccellenza con la realizzazione del panno casentino, l’allevamento di maiale grigio e  di trota fario, la produzione di castagne e di formaggi caprini e pecorini e con Fonte Calcedonia lungo il passo della Calla da cui sgorga un’acqua pura e freschissima indicata nell’uso quotidiano.

Il Cansetino è sempre stata una terra di elezione per la produzione di vini, poco sfruttata, ma di fama incontrastata, che portò Macchiavelli a paragonare qualitativamente i vini del Casentino a quelli più blasonati del Chianti: 

Ancor questa guastada porta piena

Di vin, che ti parrà, se tu l’assaggi,

Di quel che Val di Grieve e Poppi Mena

(L’asino cap 4 VV 34-36)

Pinot Nero in Casentino

La produzione di Pinot Nero in Casentino rientra in un progetto più ampio di coltivazione di Pinot Nero nell’arco di tutto l’appenino toscano, che ha cercato di coinvolgere anche altre valli, in modo da poter affincare alla più nota produzione di Sangiovese anche la produzione di altri vitigni. 

Il particolare equilibrio del territorio e le forti escursioni termiche conferiscono ai vini spiccate note aromatiche. Questa zona ha caratteristiche simili alla Borgogna per eleganza e profumi, i terreni qui sono pressochè argillosi con scisti calcaree e galestro.

I vini che si ottengono hanno spiccate caratteristiche varietali come: profumi di piccoli frutti a bacca rossa come la mora o il lampone e ottima freschezza, che gli conferisce grande longevità nel tempo.

La bevibilità e l’eleganza sono un tratto distintivo, talvolta in fase giovanile non esprimono al meglio questo aspetto e accanto a ciò troviamo sempre vini con un buon tenore alcolico.

In generale, sono vini che vanno attesi perchè si possa trarre il loro meglio, vanno degustati senza fretta. Bevuti in una fresca sera d’autunno con il calore di un focolare acceso a riscaldare la stanza e una scottiglia casentinese o un pecorino stagionato nel piatto.

Recentemente accanto a vinificazioni in rosso, il Pinot Nero del Casentino si è anche qui unito allo Chardonnay, che in territorio aretino era ginto al seguito delle truppe napoleoniche; due vitigni internazionali che in questo piccolo angolo di Toscana danno forma a un metodo classico made in Casentino.

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