Musei del vino: la top 5 dei “best wine museums”
La vostra sete di conoscenza non trova mai appagamento?
O, piuttosto, sebbene il mondo del vino, per voi, non abbia più alcun segreto, siete sempre in prima fila quando si tratta di mettersi alla prova?
Che siate tra i primi o, al contrario, tra i secondi, poco importa, questo, in entrambi i casi, è l’articolo che fa per voi: un excursus tra i più interessanti musei del vino; 5 best wine museums da visitare, per ricordarsi anche che non sono le cose meravigliose a mancare, quanto piuttosto la meraviglia.
Diamo, quindi, il via alla nostra carrellata e partiamo con due indirizzi italiani: il MUVIT e il WIMU.
Il MUVIT, aperto al pubblico nel 1974 e gestito dalla Fondazione Lungarotti, ha sede in Umbria, a Torgiano (PG), nella pars agricola di Palazzo Graziani- Baglioni, dimora gentilizia del XVII secolo.
Sviluppato lungo venti sale, vi si trovano reperti archeologici – come brocche e vasi ittiti, ceramiche greche, etrusche e romane -, attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, contenitori vinari in ceramica – di età medievale, rinascimentale, barocca e contemporanea -, incisioni e disegni dal XV al XX secolo, edizioni colte di testi di viticoltura ed enologia, manufatti di arte orafa, e tanto altro ancora; tutto è volto a documentare l’importanza che ha avuto il vino nella storia dei popoli che hanno abitato, nel corso dei millenni, il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale.
Il WIMU, invece, si trova nelle Langhe e ha aperto i battenti nel 2010; nato dall’indiscusso estro di François Confino – autore di numerosi allestimenti nei musei di tutto il mondo -, il WIMU, come si legge nel sito ufficiale del museo, non è un luogo dove apprendere come si fa il vino, è – invece – un luogo che parla del rapporto tra “noi” e “lui”.
Sito nel Castello Comunale Falletti di Barolo, il WIMU intende guidare il visitatore in un viaggio nel mondo del vino, con allestimenti multimediali e interattivi e meravigliose scenografie; si inizia dall’ultimo piano del Castello e, attraverso quattro piani e 25 stanze, si giunge ai sotterranei – le cantine di un tempo – dove, in origine, riposavano le botti di Barolo.
Oltre a sottolineare l’indiscusso e stretto rapporto tra uomo e vino, il WIMU ricorda a tutti che il vino è anche poesia.
Proseguendo, ci spostiamo poi in Francia, a Bordeaux; è qui, infatti, che sorge La Cité du Vin, secondo National Geographic il 7° museo più bello al mondo.
In questo caso, a sorprendere, fin da subito, è la sbalorditiva struttura architettonica del museo, frutto di una collaborazione tra XTU Architects, studio parigino di architettura, e l’inglese Casson Mann.
La Cité du Vin si estende su 13.350 m2 e si sviluppa in altezza, su 10 livelli; le forme sono morbide, sinuose, fluide. Il secondo piano è il cuore de La Cité du Vin; qui si sviluppa il percorso permanente – di 3.000 m2 e 20 aree tematiche interattive – dedicato alla dimensione culturale, civile, patrimoniale e universale del vino.
Negli altri spazi vengono organizzate, annualmente, mostre temporanee, mentre, il belvedere – con un panorama unico su Bordeaux – ospita un’area dedicata alla degustazione, dov’è possibile godere di vini provenienti da tutto il mondo.
Restando in Europa, i winelovers in visita in Spagna non possono, di certo, perdersi il Museo Vivanco de la Cultura de Vino; nato su iniziativa di Pedro Vivanco, produttore vitivinicolo della Rioja, il museo conta 4.000 m2 di spazio espositivo ed è stato pensato per educare e insegnare, diffondere la cultura del vino, ma anche interagire con lo stesso, in quanto elemento di civiltà.
Alle 6 sale, dedicate sia a mostre permanenti che temporanee, si aggiunge poi, all’esterno, il Giardino di Bacco, fiore all’occhiello del museo: questo, infatti, ospita una vigna in cui si possono riconoscere oltre 200 varietà diverse di uva, provenienti da tutto il mondo.
Anche Santorini, frequentatissima negli ultimi anni, ospita un museo del vino: è il Koutsogiannopoulos Wine Museum.
Fortemente voluto dall’omonima famiglia, a renderlo davvero unico è la location: si tratta, infatti, di una grotta naturale, a 8 metri di profondità, che si sviluppa, poi, in lunghezza, per 300.
I Koutsayannopoulos, produttori di vino da ben 5 generazioni, intendono condividere con i visitatori il loro amore per il vino, così come il loro attaccamento alla più autentica tradizione enologica greca; imperdibile, poi, a fine del percorso, una degustazione di 4 dei loro migliori vini.
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