Natale 2020: la guida definitiva alle bottiglie da regalare
Suggerimenti su quale bottiglia scegliere da portare a casa dei nostri amici e parenti durante le festività.
Siamo onesti: quanti di voi dopo aver ricevuto un invito a cena hanno pensato di portare come cadeau una bottiglia di vino? Tutti.
Quanti di voi, trovandosi davanti alla vetrina dell’enoteca di fiducia o nella giungla degli scaffali del negozio di quartiere, si sono fatti prendere dal panico pensando: “devo portare un vino che piaccia a tutti e che mi faccia fare una bella figura, possibilmente senza dar fondo all’intero stipendio”? Più o meno ognuno di voi…
Questa pressione emotiva, durante le festività natalizie, sicuramente sarà maggiore in quanto l’invito sarà sicuramente arrivato da parte dei parenti stretti, dagli amici, o dai suoceri (ahia…!): non possiamo proprio sbagliare!
Nell’attesa che vi avviciniate con maggiore consapevolezza al mondo del vino, magari seguendo uno dei nostri corsi, come questo totalmente gratuito per imparare a muovere i primi passi in questo mondo, ecco qui un breve prontuario da tenere a mente per la vostra spesa enologica.
Le tradizioni Italiane
Fermo restando che questo Natale sarà all’insegna di cene con pochi intimi, vista la situazione mondiale, il vino sarà, come sempre, l’ospite migliore sulla nostra tavola e dovrà mettere d’accordo, per quanto possibile, tutti i palati dei commensali.
Apriamo le danze con il classico dei discorsi: il vino giusto è quello meglio abbinato al menù in degustazione, ma naturalmente ogni regione italiana ha i propri piatti tipici della tradizione natalizia; ci sono famiglie in cui è d’obbligo servire piatti a base di pesce, pensiamo ad esempio al Campano capitone, altre in cui la polenta accompagna brasati cotti a lungo, come in Lombardia, altre ancora in cui fritti di ogni tipo regnano sovrani, come in Puglia, altre, come in Piemonte con gli agnolotti e a Mantova con i tortelli di zucca, in cui non può mancare la regina delle tavole italiane per eccellenza: sua maestà la pasta.
Darvi perciò un consiglio su un vino “premium” che va bene per tutti non solo non avrebbe senso, ma sarebbe pressoché impossibile.
Parola d’ordine: Local
Quindi il consiglio di Decantico è: Abbinamento Regionale.
Eh sì, è un po’ la scoperta dell’acqua calda, lo ammettiamo, ma molti di noi non pensano mai a quante meravigliose eccellenze territoriali offrano le aziende vinicole, persi come siamo alla ricerca del vino perfetto che ha vinto 1000 calici e 100 grappoli.
Inoltre, negli ultimi anni si sta verificando una tendenza al recupero delle tradizioni con la riscoperta dei vitigni autoctoni dimenticati per anni, che ci rende più facile la scelta di un prodotto locale, tradizionale, storico. Per dirla green: “a km 0”.
Non impazzite quindi alla ricerca del Barolo perfetto se abitate in Molise, o del Nero d’Avola da brividi se la vostra cena sarà in Friuli: la parola d’ordine, quest’anno, è local, proprio perché gli eventi di questo 2020 funesto ci hanno fatto riscoprire il piacere delle cose tradizionali, l’importanza della famiglia e degli affetti stretti (o dei congiunti, per restare in tema), il valore della nostra appartenenza al territorio.
Vi assicuriamo che i vostri ospiti saranno sorpresi nello scoprire che il Susumaniello si sposa perfettamente con la cucina forte Salentina e che una bottiglia di riscoperto Bellone è ottimo per la cena di Natale nel Lazio, visto che si prevede zuppa di pesce a tavola.
Vedrete che, nella maggior parte dei casi, riscuoterete un grande successo con un budget di spesa più limitato rispetto ai più blasonati vini conosciuti. Il che, in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, è sicuramente un valore aggiunto alla nostra scelta di restare local.
La certezza delle bollicine
Ma se siete ancora poco convinti o non ve la sentite di osare così tanto perché vostro cognato è un po’ scettico sui vini non conosciuti, o perché per la coppia dei vostri più cari amici non è festa se non c’è la bollicina, allora eccovi qui un paio di consigli intramontabili che vi faranno vincere a colpo sicuro: la bollicina brut e la bollicina dolce.
O meglio: un Metodo Classico che accompagni l’appetizer nell’attesa che arrivino tutti gli invitati, come questo Oltrepò Pavese DOC Brut Millesimato , da uve Pinot Nero di Monsupello, vi farà entrare subito nel mood festivo, ma solo a patto che farete schioccare per bene il tappo nell’apertura…
Un Franciacorta, come ad esempio questo Franciacorta DOCG Extra Brut Cuvée Prestige di Ca’ del Bosco, è la soluzione perfetta per pulire il palato dall’unto dei fritti di Zia: vi promettiamo che, per l’occasione, tutte quelle frittelle non ci faranno venire sensi di colpa verso la bilancia, perché saranno esaltate dall’effervescenza di questo meraviglioso prodotto tutto italiano, senza dover ricorrere alle bollicine d’oltralpe francesi.
Dulcis in fundo: non vorrete mica servire il pandoro o il panettone senza accompagnarlo con uno spumante fatto con il vitigno che tutti noi conosciamo, e spesso non valorizziamo a dovere, come il Moscato Bianco? Suvvia, non pensate di essere scontati: la dolcezza aromatica dell’Asti DOCG è quanto di più italico, semplice, perfetto possa esserci in abbinamento con i dolci della nostra variegata tradizione.
Un ultimo suggerimento: in qualsiasi regione d’Italia passerete il Natale e il Capodanno, l’importante è che riempiate sempre e comunque i vostri calici: noi di Decantico alzeremo virtualmente i nostri e brinderemo con voi perché queste festività portino un momento di serenità a tutti e affinchè gli schiocchi dei nostri tappi siano di buon auspicio per il futuro.
Ti appassiona l’analisi del Vino? Non vedi l’ora anche tu di imparare a riconoscere le diverse sfaccettature olfattive, visive e gustative di tutti i Vini? È ora di stupire i tuoi amici grazie ad uno dei corsi introduttivi alla Somellerie firmati Decantico.
Francesca Romana Stella
Risposte