Le bollicine sconosciute: Un viaggio alla scoperta degli spumanti più misteriosi d’Italia – Decantico

Le bollicine sconosciute: Un viaggio alla scoperta degli spumanti più misteriosi d’Italia

Che mondo sarebbe senza bollicine? Indiscutibilmente più triste. Ma noi italiani, siamo enologicamente fortunati anche sotto questo aspetto. Nel nostro bel Paese sono tanti gli spumanti interessanti, lontani dai grandi riflettori, ma capaci di esprimere una grande qualità. Non stiamo parlando delle rinomatissime zone di Trento, dell’Oltre Po’ Pavese o ancora di Alta langa, Alto Adige e Franciacorta. Bensì di quelle zone d’Italia in cui la produzione spumantistica è una piccola realtà, una nicchia qualitativa ricca di storia e passione. 

Affrontiamo quindi questo viaggio, da Nord a Sud d’Italia, percorrendo cinque aree diverse alla scoperta di altrettante piacevoli sorprese.

Nord-ovest: scegliere una chicca in questo vasto territorio, non è facile. Un esempio? Chiedete a Giorgio e Chiara Soldati che cosa significa spumantizzare il Gavi, da più di 100 anni, realizzando delle bollicine iconiche e senza tempo, proprio come suggerisce il nome de La Scolca – Brut Millesimato d’Antan. Oppure alla famiglia Camusso, che nella Val Germanasca fa riposare il proprio Eli Brut Metodo Classico più di 40 mesi nelle profondità delle miniere di talco. Tra tutte queste eccellenze, scegliamo però un vitigno raro, eppure così dinamico come il Prié Blanc, vitigno a bacca bianca autoctono della Valle d’Aosta (ed ancora coltivato a piede franco). Siamo a 1250 metri d’altitudine, una zona di produzione veramente “eroica”, qualche chilometro prima del Monte Bianco. Qui troviamo il Blanc de Morgex et de La Salle Vallée d’Aoste Doc. La nostra bollicina del cuore? La Cuvée du Prince Metodo Classico della cooperativa Cave Mont Blanc, che riposa più di 72 mesi sui propri lieviti, donando colori intensi e bollicine fini e persistenti. Uno spumante d’eccellenza, ottenuto dalla migliore selezione dei grappoli più idonei alla spumantizzazione. Una perfezione non solo Valdostana, ma di tutta Italia.  

Nord est: KK. Un doppio grafema che guarda al passato, ma anche al futuro. Chi non lo conosce la sigla, dovrebbe provare questa bottiglia almeno una volta nella vita. Eccellente metodo classico non dosato (Sì, si chiama proprio KK!) è prodotto dalla Cantina Kante di Edi Kante, che dal 1980 si è affermata come una delle più importanti attività della zona del Carso. Chardonnay e Malvasia, in parti uguali e raccolte interamente a mano, sono le uve utilizzate per produrre questo spumante, che sosta nelle cantine (interamente scavate nella roccia carsica a 18 metri sotto terra) per almeno 12 mesi. Perché l’abbiamo scelto? Profumi delicati di frutta e agrumi si mitigano magicamente con un sorso minerale e sapido, sempre equilibrato. Siamo davanti ad una delle massime espressioni di questo terroir, ricco di terre rosse e terreni calcarei, ma anche fatto di brezze marine e bora: ne risulta un vino minerale e fresco, estremamente tipico e caratteristico. È una bottiglia che non può mancare all’appello dei wine lovers. 

Centro Italia: ci spostiamo in Abruzzo dove più di un centinaio di aziende producono ottimi spumanti. Più precisamente il nostro viaggio ci porta in provincia di Teramo. Qui, nel comune di Controguerra ha sede la storica azienda Illuminati, che da qualche anno (sono solo 120) produce vini di altissima qualità, tra tradizione e sperimentazione, con uno sguardo attento alla sostenibilità. Tra i prodotti, spicca un interessante Metodo Classico composto da Trebbiano d’Abruzzo (60%) e Verdicchio (40%). L’Illuminati Brut, questo il nome della bollicina, viene affinato per 36-48 mesi. È un vino intrigante, che unisce la grandiosità del Gran Sasso alla quiete del vicino Mar Adriatico, in un unico calice. È un vino studiato, ricercato, tipico. Molte sono state le sperimentazioni su questa bottiglia, che ad oggi esalta un territorio incredibile fatto di contrasti e di storia. Una bollicina intrigante, eccellente portabandiera di un territorio tutto da scoprire. 

Sud: Spumante, Puglia, San Severo. Tre parole per far correre senza indugi la mente alla azienda D’Araprì, acronimo ben riuscito dal nome dei tre fondatori, che dal 1979 produce uno degli spumanti più ricercati d’Italia. Chi l’ha detto che le grandi bollicine si producono solamente con vitigni internazionali? D’Araprì usa il Bombino Bianco, autoctono a Km 0, con una piccola aggiunta di Montepulciano e Pinot Nero. Dal nostro punto di vista, la Gran Cuvée XXI Secolo Brut Metodo Classico è l’esempio più affascinante (e pluripremiato) del sapiente utilizzo della tecnica di spumantizzazione. Prodotto solo nelle annate migliori, questo spumante gastronomico spigiona tutta la potenza del sole e dei frutti maturi, in un sorso estremamente fresco e ben equilibrato. Non basterebbero tali righe per descrivere il bouquet così ampio di questo spumante: il terreno argilloso-calcareo conferisce una tipicità unica a questa preziosa bottiglia. I 60 mesi sui lieviti (minimo) sono garanzia di un prodotto maturo e complesso, di una bocca ampia e cremosa. 

Isole: concludiamo il nostro viaggio virtuale alla scoperta delle bollicine italiane in terra Siciliana. Questa regione ha saputo impressionare per la qualità dei vini, emergendo anche dal punto di vista della spumantizzazione. Ecco perché, in provincia di Catania, è nata l’azienda Terrazze dell’Etna, da un’idea (recente, nel 2008) di Nino Bevilaqua, ingegnere di Palermo. Il progetto di Nino era chiaro: recuperare quei terrazzamenti sulla parete nord del Vulcano per iniziare la produzione di vini tipici e sinceri. Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Carricante, sono i protagonisti della produzione, a cui si aggiungono Pinot Nero, Petit Verdot e Chardonnay. L’enologo? Roberto Cotarella: un nome, una garanzia. Tutte le operazioni si svolgono manualmente e non potrebbe esser altrimenti in un territorio con un dislivello così impegnativo. Il nostro spumante del cuore è la Cuveé Brut 50 mesi, un metodo classico di solo Chardonnay, che incanta il palato con la sua eleganza e finezza. La complessità del perlage, unita a sentori di frutta matura e agrumi, è ben bilanciata da una vena fresca e minerale. Questo spumante ci porta con il pensiero direttamente all’Etna, simbolo di forza e maestosità, ma al contempo così sinuoso ed elegante. Un bollicina esemplare per questa terra così speciale. 

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