La Regina del Piemonte: la Nascetta – Decantico

La Regina del Piemonte: la Nascetta

Quante volte abbiamo sentito dire che il Barolo è il re dei vini e vino dei re? Ma così come ad ogni buon re, anche nel panorama vitivinicolo, si accompagna una nobile regina: proprio dagli stessi territori che hanno resi celebri i grandi rossi piemontesi, si erge preziosa e principesca la Nascetta.

La Nascetta è un autoctono piemontese dalla storia complicata (e chi non l’avrebbe in un territorio come le Langhe?). Questo vitigno semi-aromatico, spopolava nelle campagne cuneesi sin dall’800 e fu proprio in quel periodo che si poterono apprezzare le caratteristiche di questo grande vino bianco: aromaticità, intensità e struttura.  Proprio a causa dell’aromaticità elegante della Nascetta, il suo utilizzo principale era destinato alla produzione di vini dolci in purezza e non: le testimonianze ci parlano di blend (Nascetta e Moscato) dalla piacevolezza memorabile! 

Con il passare del tempo, si capì che il massimo dell’espressione di questo vitigno non era però data dalla vinificazione dolce… fu così che a cavallo tra i due secoli molti produttori dedicarono ampio spazio a questo nobile grappolo per la produzione di vini bianchi secchi.

Tuttavia – proprio come il marito – anche la regina necessita di tempo per esser apprezzata: il terreno calcareo argilloso delle Langhe, sprigiona complessità e mineralità che danno vita ad una struttura decisamente importante. C’è bisogno di tempo per rivelare il proprio “sangue blu”.

Fu così che nel ‘900 il vitigno fu quasi del tutto dimenticato: si poteva riconoscere qualche filare nel comune di Novello, o poco di più. Se poi consideriamo che si tratta di una varietà difficilissima da coltivare, molto sensibile alle malattie e dalla resa incerta, il suo abbandono era quasi scontato. 

Gli eroi, però, si vedono nel momento di difficoltà: a seguito di eccezionali riscoperte (di bottiglie letteralmente dimenticate in cantina!) attorno agli anni ’90 ci fu un periodo di rinnovato interesse. La nascetta – nel suo lungo riposo – aveva diffuso caratteristiche e sentori nuovi, in una evoluzione strepitosa, a tal punto da poter persino sprigionare colorazioni e sentori tipici del passito. 

Grazie alla lungimiranza di alcuni produttori (e qui non possiamo non applaudire all’intuizione di Elvio Cogno), negli anni 2000 la Nascetta entro a far parte della DOC Langhe, coronando l’ascesa al trono nel 2010, anno in cui fu riconosciuta la denominazione “Langhe Nascetta del Comune di Novello” per i vini 100% Nascetta prodotti in questo speciale Comune del cuneese. 

La Nascetta è davvero un vino regale: intensità e complessità regalano note fruttate e floreali di straordinaria intensità, la mineralità e la sapidità del vino ne assicurano la piacevolezza al palato. 

Oltre alle ottime versioni in acciaio, la Nascetta si presta particolarmente bene anche all’evoluzione in legno, riaprendo un’antica faida tipica del territorio tra botte grande e botte piccola. Il consiglio è quello di provare entrambe le versioni, che possono regalare emozioni difficilmente immaginabili a queste latitudini.

L’abbinamento migliore? In estate, assieme al sushi o al pesce crudo, usciamo dai cliché…Proviamo la Nascetta!

Cin Cin… 

e viva la Regina!

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