La giungla della carta dei vini – Decantico

La giungla della carta dei vini

Sì, la sensazione è questa: quando ci sediamo a tavola, al ristorante, e ci portano la Carta dei Vini abbiamo sempre una curiosa sensazione di disagio e smarrimento, con la tendenza immediata a passare al vicino di tavolo la temuta lista per scaricare la responsabilità della scelta del vino a qualcun’altro. Per giunta, se i commensali sanno che qualcuno dei presenti ha partecipato a qualche corso di degustazione, o simili, la vittima designata è immediatamente individuata e obbligata a “scegliere il vino”. Possiamo dire che l’operazione tecnicamente, di per sé, risulterebbe impossibile anche al “migliore sommelier del mondo”, in quanto scegliere e abbinare una sola tipologia di vino a svariati piatti, dal primo al secondo, dalla carne al pesce, a seconda della scelta dei commensali, è proprio errato a livello sensoriale; ma “ignoriamo” per un attimo questo fondamentale passaggio.

Rimane comunque la difficoltà di orientarsi e questo accade anche ai professionisti del mondo del vino. Questo succede per alcuni motivi: innanzitutto, spesso incappiamo in carte mal scritte, prive di informazioni importanti (come l’annata del vino o addirittura il nome del produttore) e questo è dovuto ad una fondamentale e diffusa mancanza di conoscenza, interesse e cultura del mondo del vino. Ma anche qualora trovassimo una lista completa e accurata, dobbiamo considerare che (solo in Italia) esistono molte decine di migliaia di produttori, ognuno dei quali realizza almeno 5 o 6 etichette; ne risulta che sono in commercio molte centinaia di migliaia di vini diversi: riconoscerne qualcuno in una lista vini è davvero raro!

Quindi? Se non leggiamo i “soliti” nomi noti di produttori che ci regalano un po’ di fiducia, ci dobbiamo muovere per informazioni generiche e macro-categorie. Una strategia è quella di cercare di scegliere le annate corrette delle varie tipologie di vini per bere dei prodotti nel pieno della loro “vita”: per esempio, i vini bianchi (tranne alcune eccezioni) vanno consumati entro 1 anno (massimo 2) dalla data di vendemmia.

Altro suggerimento può essere quello di individuare produttori di vini “naturali”, biologici oppure biodinamici. E’ un segmento in grande espansione, con piccole produzioni artigianali, spesso molto interessanti e di qualità. Di certo, evitate l’acquisto del vino più economico che leggete in carta: calcolando i margini che hanno i ristoratori (piuttosto elevati) con buona probabilità vi ritrovereste nel calice un vino di qualità simile al cosiddetto “vino della casa” (sfuso) che però costa meno della metà!

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