Il Prosecco Rosè e le leggi di mercato. – Decantico

Il Prosecco Rosè e le leggi di mercato.

Dal 2020 possiamo finalmente parlare di Prosecco Rosè senza essere crocifissi nel campo dei sommelier peccatori. Già, perché anche se il prodotto di per se esiste da almeno vent’anni ma tutti si vergognavano di chiamarlo con il suo nome, ancora oggi c’è chi fa spallucce e parla di “sacrilegio”. Perchè nelle regole non scritte del mondo del vino, c’è anche quella che vuole che si strizzi un occhio al mercato, ma sempre mantenendosi (o fingendosi) ligi alle tradizioni e ai disciplinari. Chi ne ha fatto le spese prima di tutti, è la storica cantina Gancia, che dopo aver tentato di aggirare il disciplinare inventato il “Prosè”, si è vista trascinata in tribunale in una causa vincente da parte del consorzio a tutela del Prosecco.

In un sondaggio recente condotto negli USA, l’85% degli americani afferma di conoscere e di gradire il Prosecco Rosè, dimostrando di amare e di comprare un prodotto che, a detta di noi italiani, neanche esiste. Questo perchè molto spesso il mercato va oltre le nostre credenze comuni, e a noi è bastato (nel 2020) aggiungere un uva al disciplinare per consentire la produzione e il riconoscimento di un prodotto, che all’estero sono convinti di bere da decenni.

L’uva scelta è il Pinot Nero, e anche su questa scelta il mondo del vino tradizionale è insorto; avrebbero preferito, se proprio di Prosecco Rosè bisognava morire, almeno la scelta di un vitigno autoctono e non di uno internazionale. Scelta comprensibile, anche se sembra più un pretesto per attaccare la modernità, che una volontà vera e propria di salvaguardare il Veneto e le sue tradizioni.

La verità tangibile però, è quella che dice che nel 2019 si sono vendute 490 milioni di bottiglie di Prosecco, e che il 75% di esse sono state vendute all’estero. E allora, se un mercato del genere, che produce questi numeri, ti chiede semplicemente un rosè, forse è il caso di accontentarlo.
Ed ecco che ad Ottobre 2020 arriverà finalmente sugli scaffali il Prosecco Rosè, frutto di un lavoro sinergico tra il ministero delle politiche agricole, la regione Veneto e i produttori locali.

Non so dirvi ovviamente se i rumors sulle possibili vendite ( si parla di una richiesta del mercato intorno alle 20 milioni di bottiglie) siano veritieri, ma quello che mi sento di dirvi è quello che Decantico porta avanti come mantra: non dobbiamo sempre per forza avere paura delle novità, soprattutto quando queste generano soldi e visibilità del prodotto Made in Italy nel mondo. Parliamo sempre di un vino che avrà un preciso disciplinare e manterrà gli standard qualitativi che il Prosecco ha sempre avuto e che avrà per sempre. Parliamo però anche di un vino che segue essenzialmente solo la moda del momento, che vede il Rosè essere un prodotto molto alla moda e molto apprezzato dai consumatori. Aspettiamo quindi, prima di chiudere la porta in faccia ad un prodotto che, se prodotto bene, può regalare a noi e al mercato, le giuste soddisfazioni.

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