Il fascino della Mosella – Decantico

Il fascino della Mosella

C’era una volta un fiume sinuoso, che scorreva nel letto di una valle dai ripidissimi pendii, in cima ai quali sorgevano meravigliosi castelli circondati da vigneti; c’era uno dei più lunghi ed importanti acquedotti dell’Impero romano; c’erano centinaia di metri di gallerie sotterranee, in cui era custodito un vino apprezzato da condottieri, re e regine; c’era un prezioso elisir, in grado di guarire le persone da malattie incurabili.

C’era una volta tutto questo… e c’è ancora!

Nasce sui Vosgi, attraversa Francia e Lussemburgo, prima di percorrere la Germania fino a Coblenza, dove sfocia nel Reno: è la Mosella e il suo tratto più affascinante e ricco di storia è proprio l’ultimo, quello tedesco, dove sorge una delle regioni vitivinicole più interessanti del mondo, Mosel (precedentemente nota come Mosel- Saar-Ruwer).

Imboccare la valle della Mosella è come entrare in una favola: sono numerosi gli imponenti castelli a picco sul fiume, spesso circondati dai vigneti, come quello di Cochem, che regala uno scenario di straordinaria bellezza, sia durante il giorno, sia soprattutto di notte.

È inoltre possibile ammirare città ed opere architettoniche risalenti al popolo romano, come Eifel, uno dei pochissimi acquedotti costruiti sotto il livello del suolo, per evitare che l’acqua congelasse: realizzato nell’80 d.C., misurava 130 km ed aveva la funzione di portare l’acqua sorgiva a Colonia. Tutt’oggi è possibile seguirne il percorso, grazie ad itinerari turistici, che permettono di visitarne alcuni tratti.

Proprio su uno degli scoscesi pendii di questa vallata sorge il vigneto più ripido d’Europa e fra i più ripidi al mondo: lo spettacolare Bremmer Calmont, che raggiunge i 68° di pendenza massima e costituisce un significativo esempio di viticoltura eroica. Non a caso si ritiene che le vigne della Mosella siano quelle che richiedono più ore di manodopera al mondo: si stima che siano necessarie sette volte le ore di lavoro impiegate in vigneti collocati in zone pianeggianti, per esempio in Medoc.

Come in tutte le favole che si rispettino, non può mancare un prezioso elisir dalle proprietà miracolose: una leggenda narra che nel 1360 il principe-vescovo Boemondo II di Trier fosse gravemente malato e i medici non trovassero una cura alle sue sofferenze; in preda alla disperazione, il principe decise di accettare l’offerta di un contadino della zona, che gli aveva proposto di bere il suo vino, sostenendo avesse proprietà curative. In poco tempo Boemondo guarì e ordinò che il vigneto da cui proveniva quel miracoloso elisir fosse chiamato Doctor, nome che ancora oggi indica uno dei vigneti più noti e prestigiosi della zona, il Bernkasteler Doctor.

L’oro della Mosella, il Riesling renano, era apprezzato fin da tempi antichissimi, ma fu fra XVIII e XIX secolo che conobbe il suo periodo di splendore massimo: i vini qui prodotti erano molto richiesti dai sovrani delle principali corti, soprattutto in Inghilterra, tanto che Traben-Trarbach divenne il secondo porto più importante per il commercio del vino dopo Bordeaux. Proprio in questo periodo vennero realizzate le caratteristiche, numerose e lunghe gallerie sotto il centro della città di Traben- Trarbach, ancora oggi visitabili: servivano ad immagazzinare e conservare le grandi quantità di vino, che le piccole cantine, arroccate sui pendii, non avevano lo spazio per gestire.

Luce, pietre e cuori

Sono queste le tre parole magiche che disegnano il panorama della valle della Mosella e regalano scorci di ineguagliabile bellezza.
La luce dei raggi solari è sfruttata al massimo, grazie ai ripidi pendii, all’esposizione quasi esclusivamente a sud/sud-ovest dei vigneti e soprattutto grazie al fiume che la riflette: è questo il motivo per cui spesso il Riesling, la varietà che maggiormente è allevata in questa zona, viene definito come il vitigno che più di ogni altro riesce a portare la luce nel calice.

Il suolo della vallata è costituito prevalentemente da ardesia (arricchita da calcare originato da fossili marini, quarzite e basalto), che, a seconda delle zone, può essere grigia, blu o rossa: lo scisto rosso conferisce ai vini sentori di frutta a polpa gialla matura, esotica e note speziate, come avviene nei Riesling prodotti nel noto vigneto Ürziger Würzgarten; gli scisti blu e grigio, invece, regalano vini più verticali e tesi, spostati su note agrumate, come ad esempio quelli provenienti da Wehlener Sonnenuhhr (ardesia blu) e da Erdener Treppchen (ardesia grigia). A queste caratteristiche specifiche, si associano la mineralità e la spiccatissima acidità, che contraddistinguono i Riesling della Mosella.

Le pietre giocano un ruolo importantissimo nel drenare l’eccesso di acqua piovana di questa zona, inoltre, di giorno immagazzinano il calore dei raggi solari, che viene rilasciato durante le fredde notti, permettendo alle viti di sopravvivere.

Nel caso in cui qualcuno se lo stesse chiedendo: no, non è il suolo a conferire il caratteristico sentore di idrocarburi al Riesling. Il responsabile è il TDN (1,1,6-trimetil- 1,2-diidronaftalene), una molecola che si sviluppa ed aumenta durante l’affinamento in bottiglia dei vini, a causa delle trasformazioni dei precursori derivati dai carotenoidi presenti nelle uve.

Il particolare microclima della valle della Mosella crea le condizioni ottimali per lo sviluppo della muffa nobile (Botrytis cinerea), che permette la produzione di alcuni dei vini dolci più apprezzati e costosi del pianeta, caratterizzati da un impressionante potenziale di invecchiamento.

Sono proprio i vigneti a rendere questo panorama da favola inconfondibile e unico al mondo: infatti, il sistema di allevamento tradizionale di questa zona, impiegato fin dal I secolo dai Romani, prevede che ciascuna vite venga fissata ad un singolo palo e che i due tralci principali siano piegati e legati in modo da formare un cuore.

Alcuni dei produttori più grandi stanno progressivamente passando a metodi di allevamento come il guyot, che facilita il lavoro in campo, ma la maggior parte dei piccoli viticoltori impiega ancora il “Moselpfahlerziehung”, un po’ per rispettare la tradizione e un po’ per ricordare a tutti ciò che è assolutamente imprescindibile per svolgere il loro lavoro in un luogo tanto bello quanto difficile: il cuore!

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  1. Luogo meraviglioso e di grande fascino. Ricco di storia e unicità! Spero un giorno di poterlo visitare.