Il Dolcetto d’Alba DOC: Un vitigno autoctono… dai tanti “cugini” – Decantico

Il Dolcetto d’Alba DOC: Un vitigno autoctono… dai tanti “cugini”

Il nome Dolcetto evoca una sensazione di morbidezza e piacere, ma questo vitigno non è certamente noto per la sua dolcezza, bensì per la sua complessità e profondità. Il termine Dolcetto potrebbe infatti derivare dal latino “Dulcetum” che significa dolce o piacevole, ma è più probabile che si riferisca al fatto che questo vino ha tradizionalmente meno zuccheri residui rispetto ad altri vitigni. Una seconda possibile interpretazione, per chi conosce il dialetto piemontese, farebbe risalire l’etimologia a dosset ovvero le dolci colline (simili a piccoli dossi) dalle quali nasce questo vino. Le origini del Dolcetto risalgono a tempi antichi, con il primo riferimento documentato a Dogliani (celebre per la produzione del Dogliani DOCG) già nel 1593. Da sempre, nel cuore dei piemontesi, questo è il vino della tavola, della quotidianità, della semplicità.

Oggi, il Dolcetto è uno dei vitigni più coltivati in Piemonte, posizionandosi al secondo posto per estensione in questa importante regione vitivinicola.  La Denominazione di Origine Controllata (DOC) per il Dolcetto di Alba fu introdotta nel 1974, dando riconoscimento ufficiale alla sua importanza nella viticoltura italiana, attraverso un disciplinare attento e rigoroso. 

Siamo nelle province di Asti e di Cuneo: qui il Dolcetto è un vitigno che si distingue per la sua maturazione precoce, il che lo rende uno dei primi vini rossi disponibili in ogni annata. Tuttavia, questa caratteristica presenta numerose sfide per i viticoltori, poiché richiede una gestione attenta del vigneto per ottenere risultati di qualità. Negli ultimi anni si è aperta una drammatica forbice: molti produttori (ahimè!) hanno deciso di espiantare questo vitigno a favore del più celebre (e redditizio) nebbiolo. D’altro canto, chi continua a credere nelle potenzialità di questo vitigno, ha incredibilmente alzato la qualità media, offrendo al mercato prodotti di altissimo livello. 

Ad Alba è noto per la sua bassa acidità, che contribuisce alla morbidezza e al suo carattere simpatico. Tuttavia, non fatevi ingannare: questo vitigno può essere sorprendentemente complesso (anche per la presenza di 3 vinaccioli), con sfumature di frutta nera, ciliegie e spezie. Il sorso è quasi ammandorlato, a compensazione della leggera sensazione amarognola tipica di quest’uva. I tannini del Dolcetto d’Alba sono ben presenti, ma generalmente meno pronunciati rispetto al vicino di casa, sua maestà il Nebbiolo, consegnando un vino più accessibile e pronto da bere, anche nelle versioni “superiore” dove l’affinamento di almeno 12 mesi esalta le caratteristiche di questo prodotto. 

Il Dolcetto si esprime in modo unico nelle diverse zone vinicole del Piemonte, dando vita a varie denominazioni. Alcune delle più rinomate includono:

  • Dogliani DOCG: questa denominazione proviene dalla città di Dogliani, anch’essa in Piemonte. I Dogliani Dolcetto sono famosi per la loro robustezza e profondità, con tannini più evidenti rispetto ad altri Dolcetto. In questa zona al vitigno sono concessi i terreni migliori, con le esposizioni più opportune.
  • Dolcetto di Diano d’Alba DOCG: Questo vino proviene da Diano d’Alba, nella provincia di Cuneo. Ha un carattere fruttato e una nota minerale distintiva. Celebri sono i Sorì, quegli appezzamenti soleggiati, esposti al sole, da sempre elogiati e conosciuti per la viticultura. Ad oggi se ne contano 76 e possono essere indicati in etichetta. 
  • Dolcetto di Ovada DOCG: longevo e di carattere, nella provincia di Alessandria il dolcetto ama esprimersi in tutta la sua potenzialità, anche dopo alcuni anni in bottiglia. 
  • Dolcetto d’Asti e Dolcetto di Acqui Terme: queste tipologie sono leggermente più leggere rispetto ad alcune altre versioni, con una freschezza e una vivacità che li rendono ottimi accompagnamenti per piatti a base di pasta ed antipasti della tradizione.

Nel resto del Piemonte (e non solo, se pensiamo al cugino ligure chiamato Ormeasco!) questo vitigno è molto diffuso. Basti pensare che oltre alle denominazioni già citate troviamo ancora: Langhe DOC Dolcetto, Dolcetto dei Colli Tortonesi, Monferrato Dolcetto e ancora l’interessantissimo Dolcetto del Pinerolese

Il Dolcetto è noto per la sua versatilità nell’abbinamento cibo-vino. Grazie alla bassa acidità e tannini moderati, si sposa bene con una varietà di piatti. È l’accompagnamento ideale per le pietanze della cucina italiana, formaggi morbidi e salumi… anche se l’abbinamento perfetto rimane quello della tradizione: Ravioli del Plin, rigorosamente conditi con burro e salvia.

Il Dolcetto è un vitigno affascinante che rappresenta una parte significativa della tradizione vinicola italiana. Con le sue caratteristiche uniche e la sua varietà di denominazioni, offre una gamma di esperienze di degustazione tutte da esplorare. 

Che siate esperti enologici o intenditori di vino, il Dolcetto merita un posto di rilievo nella vostra cantina e sulle vostre tavole! Quanti ne avete già degustati?

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