“EPOKALE”: dal buio della miniera al clamore delle stelle – Decantico

“EPOKALE”: dal buio della miniera al clamore delle stelle

Chi ha avuto la fortuna di perdere lo sguardo tra la maestosa bellezza delle Dolomiti, si sarà certamente imbattuto in una di quelle fiabe altoatesine che parlano di fate, troll e folletti dei boschi. Questa sembra una di quelle affascinanti leggende e comincia nelle tenebre di una miniera, da cui si estrae vino dal colore dell’oro.

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C’era una volta, e c’è ancora, in Val Ridanna, la miniera di Monteneve, la più alta d’Europa, ad oltre 2000 metri di quota. Qui non si estraggono più preziosi minerali, ma pregiate bottiglie di vino, che dell’oro conservano la sfumatura cromatica nel calice. 

Nel dedalo di 150 km di strette gallerie scavate nei secoli dai minatori, a 450 metri di profondità, a 4 km dall’imbocco della miniera, percorribile a bordo di un trenino, riposano indisturbate le bottiglie di Epokale, il rampollo della Cantina Tramin, Gewürtztraminer Spätlese. 

Se nell’immaginario collettivo la miniera è un luogo inospitale e insidioso, l’assenza di luce, l’umidità del 90% e la temperatura di 11°C costanti tutto l’anno, delineano le condizioni perfette per l’affinamento del vino, che qui, protetto da Madre Terra, matura per sei o sette anni, o fino al momento in cui viene ritenuto pronto per riemergere dalle viscere. 

In questo incantato oblio, riceve il dono di resistere al logorio del tempo, arricchendosi di un profilo aromatico seducente e di una complessità strutturale sorprendente. 

Il castello di questa versione enoica della Bella Addormentata è la Cantina Tramin, una struttura di vetro intrappolata da tralci di acciaio, che domina sui vigneti che la circondano. 

Una cooperativa di circa 300 soci, una delle più antiche dell’Alto Adige, fondata nel lontano 1898 dal parroco di Termeno e da alcuni viticoltori della zona; oggi è la roccaforte di questo vitigno autoctono, che declina in diverse versioni, tanto da meritarsi il titolo di “Casa del Gewürtztraminer”. 

Il Gewürtztraminer, o Traminer aromatico, “lo speziato di Termeno”, la cui denominazione profetizza l’esuberanza olfattiva di questa varietà aromatica, legandolo al suo territorio di elezione, è un vitigno a buccia rosata che abita le terre altoatesine fin dal V sec. a.C.. Fuori dall’Italia lo si trova con alte espressioni qualitative in Alsazia.

Per Epokale, sono stati selezionati due tra i vigneti più vecchi, nei dintorni del maso Nussbaumer,  a 420-440 metri. Si tratta di una vendemmia tardiva: l’uva, lasciata sulla vite, esposta al sole e agli agenti climatici, va incontro ad un naturale processo di disidratazione, che ne determina la concentrazione di zuccheri, aromi e acidi organici. 

I grappoli vengono raccolti a mano, con un’attenta selezione dei piccoli acini. 

La vendemmia 2015 ha visto una produzione di circa 2400 bottiglie.

Epokale, già il nome evoca la sua natura ambiziosa, nasce dall’intuizione dello storico e talentuoso enologo Willi Stürz, kellermeister della cantina e Mago Merlino della nostra storia. 

Poiché spesso la tradizione contiene il germe per l’innovazione, questa sua nuova interpretazione recupera la tradizione del Sudtirolo di circa due secoli fa, che proponeva la vinificazione di uve molto mature, con un generoso residuo zuccherino, infatti in etichetta il vino è classificato come Spätlese

Il progetto è volto a rivalorizzare questa varietà, mostrandone il potenziale di longevità e la potenza espressiva, facendo un unicum, un vino da meditazione da degustare da soli, o da sorseggiare in compagnia apprezzandone le singole sfumature, una rarità che fin da subito è stata contesa da collezionisti ed enofili, facendone crescere il prestigio e il prezzo (provate a cercare il mitico Epokale 2009 in rete!!!). 

Nel calice esprime il suo carisma già nel suo colore dorato brillante; al naso emergono note tropicali intense, ananas, pepe bianco, con ricordi di agrumi, glicine e rosa, con il tempo si arricchisce di un carattere minerale che ricorda la pietra focaia; il sorso è opulento, ma ben equilibrato dalla freschezza che ne alleggerisce il finale incredibilmente persistente. Sinuoso.

Ma ogni fiaba che si rispetti ha il suo lieto fine, così nel 2018 il Gewürztraminer Epokale entra nell’Olimpo, conquistando i chimerici 100 punti di Robert Parker Wine Advocate, definito da The Wall Street Journal “il più potente critico di vino contemporaneo“, un punto di riferimento per i mercati di tutto il mondo. 

Dall’inizio della pubblicazione dei suoi bollettini nel 1978, il guru americano della critica enologica ha giudicato oltre 35.000 vini italiani, conferendo per 14 volte il massimo punteggio, per la maggior parte alla combo Barolo-Brunello. 

Un risultato storico, perché Robert Parker ha spezzato la maledizione premiando per la prima volta con il massimo punteggio un vino bianco italiano!

Nasce così la leggenda di Epokale, che dal silente buio della miniera ha raggiunto il clamore delle stelle.

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