Come capire se una bottiglia vintage è stata conservata correttamente… ed è ancora bevibile! – Decantico

Come capire se una bottiglia vintage è stata conservata correttamente… ed è ancora bevibile!

La passione per i vini “vintage” sta fiorendo in modo esponenziale: vuoi per qualche ritrovamento nelle cantine dei parenti, vuoi per il maggior interesse che il mondo del vino (in generale) sta conquistando, il mercato delle bottiglie “old” è in continua crescita.  

È assai comune trovare sulle maggiori piattaforme (Subito.it, Ebay, Catawiki…ma anche in molte enoteche online!) offerte ed occasioni di Barolo anni ’60, Champagne dal dégorgement indefinito o ancora vecchie bottiglie di Chianti comprate dal nonno per qualche occasione speciale. Ebbene, la domanda è sempre la stessa: saranno bottiglie ancora bevibili? 

Per provare a rispondere, introduciamo 5 dogmi della fede enologica, che non possono esser dimenticati:

  1. Il tempo non migliora niente. Se quel vino non era buono nel 1977, non lo sarà di certo nel 2022.
  1. Come è stata conservata la bottiglia? Difficilmente troveremo perle enologiche in un garage, al sole, in posizione verticale, di fianco alla ferrovia del paese. 
  1. La tipologia è tutto. Siamo di fronte ad una bottiglia destinata all’invecchiamento, o semplicemente dimenticata?
  1. Non tutte le annate sono uguali: alcune si apprezzano meglio in gioventù, altre dopo qualche tempo di affinamento. Conoscere l’annata ci permette di fare le opportune valutazioni.
  1. Il produttore è il garante del vino. Comprendere la filosofia aziendale, ma anche lo stile proprio del produttore, l’identità di quella bottiglia, il territorio… tutto aiuta a prevedere l’evoluzione del vino.

Vediamo ora qualche trucco per identificare se la nostra bottiglia abbia avuto una conservazione corretta… oppure sia da donare direttamente alla campana del vetro (rigorosamente svuotata).

  • Livello del vino nel collo della bottiglia: è del tutto normale che si abbassi, ma non eccessivamente. Un livello anomalo è indice di cattiva conservazione (es. in posizione verticale, in un luogo estremamente caldo, un sughero che ha permesso troppo scambio d’aria etc…).

  • Il tappo è certamente un altro buon indicatore: è sceso? Potrebbe esser stato di cattiva qualità e non aver retto il passare del tempo. Si è alzato? Potrebbe esser colpa dell’eccessivo calore. È deformato? È precipitato? Ci sono state delle perdite? Tutti segnali importanti. 

  • Il Colore: consigliamo di osservare sempre il colore, in controluce rispetto alla fonte luminosa. Il vino non deve perdere la sua brillantezza, vividezza e lucidità. In caso contrario potrebbe essersi “cotto”, bruciato, ossidato. Il vino rosso tende al marroncino/rosso mattone? Il vino bianco è diventato aranciato? Tutti brutti segni, indici di scarsa bevibilità. 

  • L’etichetta. Spesso diamo poca importanza alla conservazione dell’etichetta, se non per fini estetici, ma si tratta pur sempre di un pezzo di carta delicatissimo, un libro che ha molto da insegnarci. È intatta? Ammuffita? Scolorita? Impolverata? Macchiata? Scollata? Lo stato di conservazione di una bottiglia passa anche dalla sua etichetta.

Se tutti questi indicatori non vi fossero sufficienti, vi rimane solo una cosa da fare: aprire la bottiglia. Stappata, la bottiglia si apre integralmente ai vostri sensi. La vista si rende chiara, l’olfatto indica esplicitamente lo stato evolutivo, il gusto fuga ogni dubbio. 

P.S. sfatiamo un mito. Assaggiare (e ripeto “assaggiare”, non ho detto bere una doppia magnum!) un vino vintage, anche un po’ più avanti con l’età, non vi farà morire né tantomeno star male. Il vino è un prodotto vivo, in piena evoluzione. Potrebbero volerci 12-24 ore per esprimere al meglio le potenzialità ed aprirsi correttamente. Se poi dovesse risultare non idoneo, mi raccomando, buttatelo punto e basta. Tenerlo in cucina – pronto all’uso in qualche pietanza – avrà come unico effetto quello di trasmettere lo sgradevole gusto nel piatto appena preparato. 

Ma quindi, come evitare che le nostre bottiglie diventino imbevibili e troppo datate? Semplice. L’organizzazione. Avere una chiara idea delle bottiglie nella propria cantina, un planning degli assaggi, una programmazione dei propri acquisti (e un buon giro di amici con cui condividere!) sono soluzioni ottimali. 

Così facendo farete un favore anche ai vostri nipoti, ai quali non lascerete il dubbio dell’antica domanda: saranno le bottiglie dei nonni ancora bevibili?

Lo erano, al tempo giusto. 

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