Chianti Docg VS. Chianti Classico Docg – Decantico

Chianti Docg VS. Chianti Classico Docg

Il Chianti è probabilmente il territorio toscano più conosciuto e apprezzato da chi desidera visitare un’area rurale della regione. E’ un territorio costituito prevalentemente da dolci colline sulle cui sommità sono stati edificati nei secoli scenografici borghi e castelli intervallati da coltivazioni di viti e olivi con ai margini delle strade, spesso bianche, gli immancabili cipressi. 

Nell’immaginario comune è certamente una cartolina bucolica in cui il buon cibo ed il buon vino sono parte integrante, ma sapete la differenza che c’è tra Chianti Docg e Chianti Classico Docg? Scopritela leggendo l’articolo.

Le aree del Chianti

Chianti Docg

Per molti soprattutto stranieri il Chianti è il vino nel fiasco impagliato; quest’immagine per suggerire che è un vino che si tramanda nei secoli e già il barone Ricasoli nel 1870 ne stabilì i vitigni utilizzati , i metodi di coltura e di vinificazione. 

Lui stabilì che i sette decimi dovevano giungere dal sangiovese, due decimi da canaiolo e un decimo da malvasia toscana. Il primo donava vigoria al vino, il secondo amabilità ed il terzo vitigno ne accresceva il sapore e ne diluiva il tasso alcolemico. Nel suo trattato sul vino Chianti il barone andò oltre disciplinando la vinificazione poiché sentenziò di separare i raspi dagli acini, utilizzare tini chiusi e mai vitigni a bacca bianca nei vini destinati all’invecchiamento.

I vitigni utilizzati nel Chianti Docg contemporaneo possono essere più dei tre descritti sopra perché sono entrati nel disciplinare il trebbiano toscano per i vitigni a bacca bianca, mentre per quelli a bacca rossa sono entrati vitigni internazionali come: merlot, cabernet franc e cabernet sauvignon, ma la quantità minima prevista per l’uso del sangiovese è rimasta invariata così come quella prevista per i vitigni a bacca bianca.

La zona di produzione è vastissima e racchiude in sé gran parte della regione poiché questa Docg è costituita da sette sottozone: Colli Aretini, Colli Senesi, Colli Fiorentini, Colline Pisane, Montespertoli, Montalbano e Rufina.

Il prodotto che se ne ricava è un vino dal colore rosso non troppo intenso con profumi di ciliegia, frutti di bosco e viola. I tannini non sono aggressivi, ha buona freschezza e struttura. Si apprezza al meglio in gioventù entro i primi due tre anni. Abbinamento ideale: salumi, pecorino toscano, scottiglia.

Chianti Classico Docg

L’area di produzione del Chianti classico è una zona molto più ristretta e definita rispetto a quella del Chianti Docg e si trova tra le provincie di Firenze e Siena, proprio nel cuore della regione; i comuni inseriti nel disciplinare sono solamente 14 di cui alcuni solo in parte. Questa denominazione nacque nel 1716 quando il Granduca Cosimo III definì una zona più ristretta all’interno dell’area denominata Chianti.

I vitigni utilizzati devono essere tutti a bacca rossa ed il sangiovese deve essere presente per l’80% minimo.

Il prodotto che se ne trae è per molti aspetti simile al Chianti, ma i profumi sono più numerosi ed intensi, spesso virano verso frutti maturi e persistenti note speziate. I tannini sono più eleganti, è più sapido e strutturato del Chianti, si apprezza meglio con alcuni anni alle spalle. Abbinamento ideale: Bistecca alla fiorentina.

Curiosità: In entrambi i disciplinari si può far uso del governo all’ uso toscano che consiste nel far rifermentare il mosto appena ottenuto con vinacce appassite. Questo metodo, inventato sempre dal barone Ricasoli, serviva anticamente principalmente ai contadini che dovevano lavorare dall’ alba al tramonto per apportare una maggior quantità di zuccheri e calorie nelle loro diete; è oggi un metodo apprezzato nella produzione di vini frizzanti fruttati e di pronta beva.

Per Riassumere

In conclusione, pur provenendo da due aree confinanti i due vini presentano caratteristiche diverse e distinte:

  • Il Chianti classico è prodotto all’interno della storica regione Chianti, mentre il Chianti no; 

  • I due vini sono prodotti principalmente con sangiovese 70% minimo nel Chianti e 80% minimo nel Chianti Classico (non è raro la produzione di Chianti Classico sangiovese in purezza);

  • nel primo disciplinare è consentito l’uso di vitigni a bacca bianca, mentre nel secondo no.

  • Il Chianti dà il meglio di sé in gioventù, il Chianti Classico ha necessità di alcuni anni di affinamento per esprimersi al meglio.

Articoli correlati

Risposte

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *