Carnevale Di-Vino – Decantico

Carnevale Di-Vino

“Carnevale, ogni scherzo vale.
Mi me5erò una maschera da Pulcinella
e dirò che ho inventato la mozzarella.
Mi me5erò una maschera da Pantalone,
dirò che ogni mio sternuto vale un milione…”

Gianni Rodari – Scherzi di Carnevale

Gianni Rodari, nella sua filastrocca Scherzi di Carnevale, celebra il periodo più colorato e divertente dell’anno, canzonando le maschere classiche della tradizione italiana, che spesso impersonano macroscopici difetti, risultando buffe caricature.
Praticamente ogni regione del Bel Paese ha almeno un personaggio carnevalesco che la rappresenta, ciascuno con il proprio aspetto e l’inconfondibile personalità.
Leggendo queste ultime parole, balza subito alla mente dell’attento wine lover una lampante similitudine: quella con il vino. E allora facciamo un gioco: divertiamoci anche noi a mettere i costumi di Carnevale… ad alcuni grandi vini italiani!


Arlecchino (Lombardia)

Bergamasco di nascita, ben presto Arlecchino si trasferisce a Venezia, al servizio di Pantalone, motivo per cui questa maschera è “contesa” fra Lombardia e Veneto; spesso, infatti, rappresenta entrambe le regioni. Il costume a losanghe colorate simboleggia il suo carattere allegro e spensierato, anche se fra le sue qualità non mancano arguzia e intraprendenza.

Secondo te quale vino potrebbe esserci sotto alla maschera?

Naturalmente uno spumeggiante Franciacorta, che, con le sue bollicine, porta allegria e spensieratezza in ogni calice, ma è anche in grado di stupire grazie alla sua versatilità.


Pulcinella (Campania)

Altro personaggio cardine della tradizione carnevalesca italiana, Pulcinella incarna sia i pregi che i difetti del popolo napoletano, sintetizzando in sé caratteristiche estremamente contrastanti. Contadino ironico e sfrontato è sempre alla ricerca di cibo e farebbe qualsiasi cosa per un piatto di maccheroni.

Chi potrà mai nascondersi sotto la maschera di Pulcinella, l’inventore della mozzarella?

Gli appassionati dell’abbinamento cibo-vino non esiterebbero un solo istante a rispondere: un caleidoscopico Asprinio di Aversa, che, con il suo equilibrio fra i contrasti, riesce a farsi amare proprio da tutti.


Gianduia (Piemonte)

Originario dell’Astigiano, Gianduia rappresenta la città di Torino nell’immaginario collettivo. Allegro e godereccio, incarna lo stereotipo piemontese del galantuomo: infatti, si dimostra sempre coraggioso, assennato, incline al bene (sì, in realtà anche al bere, ma senza mai esagerare!), altruista e fedelissimo alla sua inseparabile compagna Giacometta.

Piemontese, buono, non delude mai: davvero hai dubbi su chi si cela dietro Gianduia?

La sua generosità, sia al naso che al palato, rende il Ruchè di Castagnole Monferrato una certezza su cui si può contare in qualunque occasione, dalle più conviviali e divertenti a quelle più serie e importanti.


Pantalone (Veneto)

Mercante veneziano benestante, avaro e un po’ burbero, Pantalone è un attempato latin lover, particolarmente sensibile al fascino femminile. Il suo passatempo preferito è insidiare le fanciulle, le cortigiane e soprattutto le sventurate giovani che si trovano a prestare servizio nel suo palazzo.

Quale vino potrebbe nascondersi sotto la maschera di un seduttore?

Grazie alle sue affascinanti sfumature e a qualche effetto speciale, il Ripasso della Valpolicella riesce sempre a conquistare anche le signore più circospette, che si sciolgono nella sua calda avvolgenza.


Colombina (Veneto)

Nata a Venezia, inizia fin da giovanissima a prestare servizio per Pantalone. Questo non smette mai di adularla, ma Colombina riesce sempre a sottrarsi alle sue avances, che animano la gelosia di Arlecchino, perdutamente innamorato della graziosa fanciulla. Vivace, briosa, furba, ma anche pettegola e bugiarda, Colombina è l’unica maschera femminile in grado di imporsi fra tanti personaggi maschili.

Chi ci sarà dietro tanta civetteria?

La delicatezza e il fascino del suo colore, insieme all’inebriante fragranza del suo bouquet non lasciano spazio ai dubbi: sotto le ampie gonne di Colombina non può che esserci il Chiaretto di Bardolino.


Balanzone (Emilia Romagna)

Avvocato bolognese pignolo e cavilloso, ama cogliere qualsiasi occasione per lanciarsi in lunghi monologhi che stordiscono l’ascoltatore. La sua presenza è ingombrante, ha grosse guance rosse e tende a gesticolare molto mentre si vanta della sua infinita sapienza o elargisce consigli spesso non richiesti.

Chi è abituato a prendersi tutta la scena in Emilia Romagna?

È sempre presente sulle tavole e nei calici, perché in fondo riesce a tenere testa a tutto e se qualche volta esagera un po’, strappa una risata mettendo allegria fra i commensali: via la maschera… ed ecco il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro!


Capitan Spaventa (Liguria)

Soldato vanaglorioso, che ama raccontare le sue eroiche gesta e le sue mirabolanti avventure amorose, incarna però anche caratteristiche che lo rendono una maschera molto amata. Infatti, questo personaggio è colto, dotato di buon senso e soprattutto è noto per essere un grande sognatore.

Quale grandioso vino ligure ha la capacità di far sognare a occhi aperti?

Racchiude in sé il sale del mare e il dolce che gli ha donato il sole: in effetti le ragioni per farsi considerare speciale non gli mancano affatto. Ogni sorso è un viaggio fra aromi e gesta eroiche di chi lo produce e il suo nome evoca meraviglia: Cinque Terre Sciacchetrà.


Rugantino (Lazio)

“Er bullo de Trastevere, svelto co’ le parole e cor cortello”, Rugantino è quello che possiamo definire il bullo del quartiere. Giovane popolano arrogante e strafottente, in fondo si rivela buono e anche un poco timoroso, caratteristiche che lo rendono buffo e amabile agli occhi di tutti.

Nessun dubbio su chi c’è sotto questa maschera, il suo nome dice tutto. Qualche idea?

Il carattere un po’ sgomitante, tipico della giovinezza, aggiunge un pizzico di pepe alla sua personalità genuina e gagliarda: certamente si tratta del Nero Buono di Cori.


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