BAROLO 2016 e BARBARESCO 2017 – Decantico

BAROLO 2016 e BARBARESCO 2017

Una questione di prospettiva

Decantico ha partecipato alla Ba&Ba [R]EVOLUTION, un evento sempre atteso per noi amanti del vino: sono infatti state presentate le annate 2016 di Barolo, 2017 di Barbaresco e l’anteprima delle migliori riserve.

100 posti a sedere, ciascuno con una postazione di degustazione a norma Covid, oltre 100 i produttori dell’evento in più giornate. Insomma, un momento incredibile! Ore felici, dopo tanti mesi trascorsi senza la possibilità d’incontrarsi, degustare e confrontarsi insieme. I primi ad esser felici, bisogna dirlo, sono i produttori. 

Ma veniamo all’annata. Il Barolo arriva da una grande stagione, il 2015. Non è facile replicarsi, soprattutto in natura. Eppure questi 2016 hanno tutte le premesse per rimanere a lungo nella storia enologica. “A lungo” perché una prima caratteristica che ci ha colpito è proprio la longevità di questi prodotti. Una delle vendemmie più prolungate degli ultimi anni, ha conferito delle uve nebbiolo in condizioni pressoché perfette. La primavera umida e fresca ha ritardato il ciclo vegetativo, consegnandoci un’estate mite senza eccessive escursioni di calore.  Al palato questi Baroli sono già piacevolissimi nonostante la gioventù, ma grandissima potenzialità, dovuta alla imponente struttura, fa presagire grandi speranze. I tannini sono raffinati, bilanciati da una piacevolissima acidità. Un esempio su tutti: il Barolo 2016 Bricco Ambrogio di Bruna Grimaldi.

Altra caratteristica: I Baroli 2016 sono “tipici”. Non nel senso tradizionale del gusto classico, ma nel senso d’essere realmente espressione del territorio. I differenti “Cru”, le parcelle selezionate, in quest’annata possono esprimere le loro potenzialità nel migliore dei modi, differenziandosi per caratteristiche ed esposizione dei terreni. Ci sia concessa la menzione speciale a Serralunga d’Alba, che nel nostro umile giudizio, si è comportata particolarmente bene (si veda, ad es., Domenico Clerico con il suo Barolo del Comune di Serralunga 2016 “Aeroplanservaj”). Allo stesso modo, anche un mitico (ed esteso) appezzamento come il Bussia, ha saputo definirsi con maggior precisione, straordinariamente interpretata nella versione del Barolo Bussia 2016 di Giacomo Fenocchio: un naso ricco e straordinariamente complesso, una mineralità spiccata, un sorso elegantissimo.

Non solo Barolo. Anche il Barbaresco 2017 è stato protagonista di questa degustazione. Un’antica credenza piemontese afferma “meno tannini, meno acidità, meno longevità: ecco il Barbaresco”. Non sappiamo se questo possa valere anche per l’annata 2017, ma certamente abbiamo registrato prodotti di ottima qualità.  L’annata più calda rispetto a quanto detto per la precedente, una vendemmia obbligatoriamente anticipata, ha consegnato nelle nostre mani un vino piacevolissimo, pronto alla beva sin da subito, anche per i consumatori più impazienti. 

Una minore produzione (circa 12% in meno rispetto alla 2016), ma certamente di qualità. L’annata corrente è una bellissima storia a parte, climaticamente difficile da collocare nelle categorie standard, come ha profeticamente ricordato l’azienda Giuseppe Cortese (che si contraddistingue per l’ottimo Rabajà 2017). Il Barbaresco Gallina 2017 de La Spinetta, ci ricorda perché questo prodotto è cosi amato dai consumatori: una strepitosa morbidezza, tannini vellutati e grande corposità, lo rendono un prodotto davvero eccezionale. 

Insomma: tante conferme ma anche tante nuove belle scoperte: il mondo del vino sta cambiando, tanti giovani produttori (e anche l’età anagrafica dei partecipanti lo conferma) stanno cercando di emergere per qualità e tipicità. 

Che bell’annata, che bel biglietto da visita. Tra qualche anno, ne vedremo delle belle!

Davide Debernardi

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