Barcelona Wine Week 2024 – Decantico

Barcelona Wine Week 2024

«Donde hay vino, beben vino;
donde no hay vino, agua fresca»
Scriveva nei suoi versi il poeta spagnolo Antonio Machado Ruiz agli inizi del 1900.

E a dire il vero, non si è nemmeno sfiorato il rischio di bere acqua fresca nel corso dei tre giorni della Barcelona Wine Week, imperdibile fiera dedicata esclusivamente al vino spagnolo: 952 aziende provenienti da 73 delle 96 DO (Denominación de Origen) attualmente presenti nella penisola iberica e 70 fra seminari e masterclass, tenuti da oltre 160 noti esperti del settore.

Le denominazioni maggiormente rappresentate sono state Ribera del Duero, Rioja e Cava, ma non sono mancati i vini di Priorat, Bierzo, Alicante, Mallorca, Jumilla, Rias Baixas, Yecla e Navarra, solo per citare alcune altre zone estremamente interessanti.


Oltre 21.000 gli ingressi dei professionisti del settore, il 20% dei quali internazionali: chiaramente una fiera di grande successo alla sua quarta edizione, destinata a crescere tanto da prevedere già per il 2025 un ampliamento dell’area espositiva. Il tutto all’insegna di un obiettivo specifico, la sostenibilità ambientale: infatti, oltre il 70% degli allestimenti sono stati riutilizzati, la pavimentazione è stata realizzata in materiale ecologico, si è eliminato totalmente l’impiego di plastica monouso, sono state raccolte oltre 17 tonnellate di vetro in collaborazione con Ecovidrio e i tappi in sughero sono stati recuperati grazie all’Istituto Catalano del Sughero.

Nemmeno a dirlo, l’evento si è svolto presso la Fira de Barcelona, nell’incantevole cornice del Montjuic, comodamente raggiungibile con qualunque mezzo anche dall’aeroporto, scendendo alla fermata Plaça d’Espanya.

Tante le iniziative collaterali alla fiera organizzate in giro per la città, che hanno reso la meravigliosa e vibrante Barcellona ancora più piacevole da visitare e da vivere.

I banchi di assaggio

Davvero tantissimi gli assaggi che mi hanno sorpreso in questi tre giorni: alcuni hanno confermato la giusta fama delle più note denominazioni spagnole, mentre altri sono stati in grado di spalancare le porte su zone spesso semisconosciute o sottovalutate, che invece hanno dimostrato un enorme potenziale qualitativo e di piacevolezza.

Proprio per questa ragione, vi propongo una selezione di territori e vini, che, spero, vi incuriosirà e magari vi spingerà a voler scoprire qualcosa di più della Spagna “inesplorata”.

CORPINNAT

Se volete sapere tutto su questi spumanti di eccellenza della regione del Penedes, vi invito a leggere l’articolo https://www.decantico.com/corpinnat-leccellenza-in-bottiglia/.
Tutti i vini assaggiati in fiera si sono rivelati di qualità altissima, in pieno stile Corpinnat, ma volendo scegliere qualcosa di insolito da consigliarvi, non ho dubbi: il Recaredo Intens Rosat Brut Nature 2020, 100% Monastrell, 31 mesi sui lieviti, è un vero tripudio di petali di rosa e piccoli frutti rossi, uniti a spezie. Questo spumante, come tutti quelli della cantina, ha la particolarità di svolgere il periodo di affinamento sui lieviti in bottiglie chiuse con tappi in sughero, invece che con i classici tappi a corona. La sboccatura è rigorosamente manuale.

Segnalo anche due “chicche” davvero imperdibili: Nadal 1510 Botrytis Noble 2003, 100% Macabeu attaccato dalla muffa nobile e Gramona Vi Ranci de Gramona Batlle, metodo solera risalente al 1910.

DO RIAS BAIXAS
Freschissimi e sapidi, grazie all’influenza del vicino Oceano Atlantico, gli Albariño di Bodegas Castro Martin provengono da vigne vecchie e svolgono diversi mesi di maturazione sulle fecce fini, variabili in base alle annate. Accompagnata nella degustazione dall’esuberante Angela, enologa della cantina, ho potuto apprezzare anche le sfumature più “estreme” di questo vitigno. Il mio preferito? Casal Caeiro 2021, che mi ha davvero regalato un sorso di oceano!

DO GETARIAKO TXAKOLINA

Ad un’altitudine di 300 m, affacciati direttamente sul Mar Cantabrico, si trovano i 15 ha di vigneti di Bodega K5 e, naturalmente, l’unico vitigno allevato è Hondarrabi Zuri, simbolo di questa particolarissima denominazione di origine. L’Hondarrabi Zuri è caratterizzato da un’importante acidità, che gli conferisce un grande potenziale di invecchiamento: infatti, nel corso della degustazione verticale, le due annate che ho maggiormente apprezzato sono state la 2014 e la strepitosa 2016, il cui vino è maturato per quattro anni sulle fecce fini, quindi è stato affinato per altri tre anni in bottiglia. Davvero sorprendente anche la vendemmia tardiva (effettuata in dicembre) 2021, con una piccola percentuale di muffa nobile, la cui vibrante freschezza non solo bilancia, ma addirittura sovrasta la dolcezza, tanto da regalare un’esperienza sensoriale completamente unica.

DO MANCHUELA

Nell’entroterra spagnolo, compresa fra i fiumi Júcar e Cabriel, la Denominación de Origen Manchuela fino al 2004 faceva parte della DO La Mancha.
Per rappresentare al meglio questa regione, ho scelto due vini della cantina Cien Y Pico: il primo, ¡En Vaso…! 2021, 100% Bobal, vinificato in cemento, le cui uve provengono da vigne ultracentenarie, regala al naso sentori di frutti scuri, un’incredibile varietà di spezie e un’intrigante nota di grafite; il secondo, Knights-Errant 2009, 100% Garnacha Tintorera, sempre da vigneti di oltre cento anni di età, riposa per 12-14 mesi in barrique (in parte nuove e in parte usate) e si esprime attraverso un affascinante caleidoscopio di profumi, come iris blu, mirtillo, mora, cacao, cannella, pepe e cuoio.

DO JUMILLA
Insieme a Yecla, costituisce la “culla” del vitigno Monastrell, dove quest’ultimo si esprime al meglio e rappresenta l’85% delle varietà coltivate, rigorosamente in regime biologico.
The Quiet Life di Bodegas Pio del Ramo è un Monastrell in purezza che riposa per 12 mesi in cemento, prima di essere imbottigliato: rappresenta una straordinaria espressione di questo intrigante vitigno, che regala note di macchia mediterranea, fra cui l’inconfondibile e caratteristico profumo di mirto, ma anche di more e prugne, oltre a sentori balsamici ed eterei. Perfetto l’equilibrio, che fa sì che non ci si accorga quasi dell’importante presenza dell’alcol.

DO ALELLA
Concludo questa breve rassegna con una delle più piccole denominazioni della Spagna: situata 15 km a nord di Barcellona, la DO Alella ha una superficie totale di soli 314 ha e si affaccia direttamente sul Mare Mediterraneo.
Bouquet d’Alella Celler mi ha permesso di assaggiare tre delle varietà che caratterizzano quest’area: il Pansa Blanca 2022, fermentazione spontanea e 5 mesi sulle fecce fini con frequenti bâtonnage, regala note di erba appena tagliata, fiori bianchi e pesca tabacchiera; l’Ancestral Mataró 2022 (metodo ancestrale) offre piacevoli fragranze di petali di rosa, fragoline di bosco e ciliegie; infine, il Garnatxa Negra 2022, vinificato in acciaio, è un’esplosione di succosi frutti rossi, come fragoline di bosco, lamponi e prugne, accompagnati da un lieve sentore speziato.

Articoli correlati

Risposte

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *