ANSIA DA BARRIQUE – Decantico

ANSIA DA BARRIQUE

Pro e contro del contenitore più discusso al mondo

Per alcuni anni, chi non si fregiava di un “affinamento in barrique” veniva automaticamente squadrato come un produttore di poca qualità. “Nella botte piccola c’è il vino buono”, è facile slogan di quei periodi. C’è poi stato un tempo, non troppo lontano, nel quale questo contenitore è stato altrettanto detestato: la purezza del vitigno autoctono, la maggiore riconoscibilità e immediatezza del prodotto, hanno relegato in soffitta la barrique, tacciandola d’essere vero e proprio “oggetto del demonio”, “strumento del falegname”, “bara del vino”.

Oggi queste due correnti, se così si possono chiamare, continuano ad esistere nel panorama enologico contemporaneo, che nel frattempo si è confrontato con nuovi scenari: biologico e biodinamico, vino naturale, di largo consumo etc.

Ma andiamo per gradi. Tutti i migliori vini di Bordeaux, Borgogna e anche del Nuovo Mondo, sono affinati in barrique.

Ma di che cosa si tratta?

Domanda scontata, ma non troppo. Questa piccola botte, usata per far fermentare e affinare vini particolari, ha una capienza di 225 l. Ci sono alcune varianti, ma tendenzialmente questa è la capienza più diffusa. Il legno? Rovere, appositamente stagionato e tostato. Il legno è un primo indicatore: più le fibre son compatte, più si presteranno a barrique da lungo affinamento.

Due curiosità: sempre spaccato in doghe (mai tagliato!) seguendo le venature, il legno è lasciato stagionare nel luogo di taglio, alla mercé delle intemperie naturali. Questo processo ha un doppio vantaggio: “slavare” i tannini indesiderati del legno e migliorare le caratteristiche organolettiche del tronco mediante la luce solare.

Una volta assemblata, nella tipica forma, la barrique viene tostata: una fiamma viva contribuisce a degradare il patrimonio fenolico del legno e ad ultimare la costruzione di questo strumento. Ecco come nasce il “legno piccolo”, o meglio… i diversi legni piccoli. Non è possibile parlare di barrique al singolare, ma occorre specificare al tempo stesso modalità produttiva, tipologia di legno utilizzato, provenienza, tostatura etc. Non tutte le barrique sono uguali, ecco.

Ma a cosa serve questo contenitore?

La fermentazione e/o l’invecchiamento nella barrique permette un’ossigenazione più sostenuta del vino contenuto all’interno con l’ambiente esterno: rispetto ad una botte più grande, dove il rapporto tra volume e superficie di contatto è minore, questa tecnica favorisce maggiormente l’ossigenazione e il conseguente sviluppo di aromi terziari.

Capiamo bene che un vino “elevato in barrique” (eh si, i nostri cugini francesi usano proprio questo termine) avrà caratteristiche differenti rispetto ad un prodotto affinato in cemento, acciaio, anfora… ma anche in botte grande. La barrique può donare struttura e aromi, ovvero longevità al vino, se ben utilizzata.

Primo appunto: un conto è usare barrique per i vini rossi, affinati dopo la fermentazione alcolica, un conto è usarle per i vini bianchi, molto spesso fermentati già in legno con conseguente malolattica.

Da un lato, l’ormai diffuso “abuso” del legno porta troppo spesso a confondere il sapore del vino con quello del suo contenitore. Molti sono i vini dalla poca struttura, passati e “insaporiti” in legno piccolo, come se fosse una pratica magica. In Italia la prassi è odiata e amata al tempo stesso, ma come tutti gli strumenti di lavoro, anche la barrique può esser usata bene o male. Bene se il vino (e il vitigno) hanno carattere e struttura adeguata, tale da reggere al contatto con il legno. Male se vengono coperti da questi sentori indotti, non appartenenti alla gamma aromatica del prodotto stesso.

Alcune tipologie di uve (penso al Cabernet, al Merlot, Chardonnay…ma anche il nostro amato Aglianico) sono più adatte a questa pratica, rispetto ad altre. Il Nebbiolo? Qui è terreno delicato e non possiamo far altro che consigliare la visione del film Barolo Boys, splendida testimonianza di questa eterna sfida.

Quindi… Barrique si o barrique no? Chiediamolo al vino! Ogni annata, ogni vendemmia è differente. La barrique è come il bisturi, può dare vita o morte, ma in ogni caso, deve esser usato da un bravo chirurgo.

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