Agricoltura tradizionale, in lotta integrata e biologica: Che differenza c’è?
Sempre più spesso si sente dire e si legge di terreni sottoposti ad agricoltura tradizionale, in lotta integrata o biologica. Sapete realmente di cosa si sta parlando? Che differenza c’è fra quest tre tecniche di produzione?
Nell’articolo di seguito cecheremo di fare chiarezza su questi tre aspetti.
Agricoltura tradizionale
Quando si parla di agricoltura tradizionale dobbiamo toglierci dal pensiero un’idea romantica e ancestrale che ci potrebbe venire in mente al solo leggere la parola tradizionale perchè qui non si tratta di quel tipo di lavorazione ai cui potevano essere dediti i nostri avi sottoponendo i terreni a rotazione e al cosidetto maggese (lasciare incolto una parte di terreni).
Lavorare un terreno ad agricoltura tradizionale o convenzionale significa applicare la metodologia più industrializzata e meccanizzata, che si possa avere in questo ambito. Le aree così lavorate sono stressate da un intenso lavoro meccanico con pratiche intensive, monocolturali e un massiccio uso di fitofarmaci in senso lato siano essi antiparassitari, antifungini o influiscano sulla crescita della pianta stessa.
Sono pratiche messa a punto per ottimizzare la resa produttiva del terreno e massimizzare il profitto non tenendo conto o tenendo poco in considerazione l’equilibrio naturale dell’ambiente.
Agricoltura in lotta integrata
L’agricoltura integrata è un sistema di lavorazione che nacque sul finire degli anni ’60 del novecento e si basa sul concetto di coordinare tanti aspetti della produzione intervenendo appunto integrando, a livello meccanico industriale, il sistema originario solo quando ciò è relamente necessario. Di norma, si tende a sfruttare le risorse naturali finchè si può e a ricorrerre solamente dopo a mezzi tecnici. In base ai vari disciplinari, che sono di applicazione regionale, si può intervenire nei terreni con mezzi meccanici sottopondendoli a varie tipologie di lavorazione come: l’uso di varietà colturali maggiormente resistenti a determinate malattie, l’uso della rotazione colturale o l’ eliminazione di piante infette, si possono fertilizzare i campi con prodotti di origine naturale, si possono utilizzare le biotecnologie così come si possono utilizzare fitosanitari sempre di origine naturale come lo zolfo o il rame, tutto ciò viene fatto seguendo la tipologie di intervento migliore per ogni determinato terreno.
Sintetizzando, questa è solitamente la tecnica agricola usata dai nostri avi in passato.
Agricoltura biologica
L’ agricolutra biologica è quel sistema di produzione che si basa sul: mantenimento del sistema naturale originario non andando ad alterare la biodiversità dell’ecosistema, usare le risorse naturali in modo resposnsabile, migliorare la qualità delle acque e del suolo.
Gli alimenti così prodotti sono prodotti con solo processi e sostanze naturali.
C’è poi un filone dell’agricoltura biologica che è l’agricoltura biodinamica, che si rifà ai concetti del teosofo Rudolf Stenier e che considera un unico sistema il suolo e la vita che su di esso si genera quindi prima di poter procedere con la produzione di cibo su di un terreno questo va reso fertile e vitale con concimazioni naturali.
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